Splendidee perfette donne, o ragazze, taglia 38 che sfilano da tacchi di altezzevertiginose, gambe toniche e slanciate, ventri piatti, vitini da vespa e visiperfetti. Sono queste le figure eteree che sfilano sulle passerelle dellasettimana della moda in corso in questi giorni a Milano.Fuoridagli showroom, quali sono i sentimenti, le emozioni, le provocazioni chesuscitano i corpi delle modelle nelle donne comuni? Ammirazione, invidia forse,e uno spontaneo, irrazionale desiderio di emulazione. E’ quella che gli espertidefiniscono “ansia da taglia 40”, uninappagato desiderio di inseguire modelli irraggiungibili, spessoinevitabilmente accompagnato da profonde delusioni. E’ proprio vero, però,che il look perfetto corrisponde ad un corpo perfetto? La taglia 40 diventa molte volte il chiodofisso delle donne italiane che, in realta’, hanno piu’ spesso formemediterranee, molto diverse da quelle delle modelle provenienti soprattuttodall’Est Europa, ma non per questo meno sensuali. Il consiglio dell’esperto: per stare bene bisogna iniziare a lavoraresu se stessi, corpo e mente devono trovare un proprio equilibrio.“Inuna societa’ come quella odierna, molto legata all’immagine e sempre piu’ privadei punti di riferimento tradizionali – spiega MicheleCucchi, psichiatra, Direttore Sanitario del Centro Medico Santagostino diMilano ed autore del libro ‘Vincere l’ansia con l’intelligenza emotiva’ -, ci sonotante condizioni di disagio clinico legate al problema dell’immagine corporea edell’apparenza estetica, che coinvolge anche l’abbigliamento e i diktat impostidalla moda. Queste fragilita’ caratterizzano non solo coloro che hanno un veroe proprio disturbo psichiatrico, ma la maggior parte delle persone che sonocolpite dalla mancanza di autostima e dall’incapacita’ di accettarsi per comesono”.Comescegliere dunque il guardaroba perfetto? Il primo criterio e’ quello ditrovarsi a proprio agio cercando di valorizzare il proprio modo di essere, nondi conformarlo al cliche’ del momento: l’abito ci deve dare sicurezza mettendoa proprio agio il nostro temperamento, adattandosi alle nostre forme, chevalorizza i punti di forza del proprio corpo ma anche al nostro ruolo eesprimendo cio’ che noi vogliamo gli altri apprezzino del modo con cuiinterpretiamo quel ruolo.Ricalcare un’aspettativa, assolutamente avulsadalle caratteristiche delle singole persone ma basata sulle richieste dellasocieta’, non aumenta l’autostima, ma rende ancora piu’ fragili. “D’altra partenon dobbiamo nemmeno demonizzare il nostro desiderio di apparire, di piacere aglialtri oltre che a noi stessi – continua Michele Cucchi -. ‘L’abito fa il monaco’ sipotrebbe dire, ma non tutti hanno ben chiaro in mente che per sapersi vestirebene occorre conoscersi bene, sapere cosa valorizza il proprio modo di essere.La moda ci da’ una grammatica, ma noi dobbiamo costruire il nostro stile. Lascelta del guardaroba ideale passa attraverso una riscoperta di chi siamo ecome siamo, una valorizzazione della propria personalita’. Spesso le donnehanno un grande potenziale, ma non lo sanno: un colore, un accessorio, unrossetto, possono e devono esprimere molto di noi, non della nostra capacita’di conformarci”. Ecco dunque le tre regole di Michele Cucchi pervivere senza ansia da taglia 40: 1- dedicarsitempo. Prendersi cura di sé, volersi bene, non trascurare il proprio corpofingendo che sia un estraneo. E’, invece, il primo biglietto da visita chemostriamo agli altri.2- conoscerese stessi. Valorizzare i propri punti di forza, sperimentare cosa ci fastare bene e cosa invece ci mette a disagio. Riconoscere che ognuno e’ diversodall’altro e che tutti hanno un potenziale unico e straordinario. E’ unpercorso: per saperlo individuare bisogna darsi tempo.3- aumentarela propria autostima. Gli altri ci vedono con i nostri occhi: il nostromodo di interpretare l’abito e di sentirci dentro, e’ quello che arriva allapancia dell’altro! non c’e’ il giusto modo di essere ma un giusto modo perciascuno di noi: permettiamo al nostro abito di parlare di noi, sara’ piu’facile risultare piacevoli agli occhi degli altri.