Uno spaccato di storia italiana racchiuso in un angolo della pianura emiliana, al confine tra Reggio Emilia e Parma. Un raccontare con semplicità una storia tenera e amara allo stesso tempo: per Sperling & Kupfer, “Baciami Piccina”, di Adele Grisendi, 2005, pp. 271, euro 15,00 è una buona occasione per fermarsi e guardarsi indietro.
Adele Grisendi si é voltata indietro per ricordare e scrivere la storia di Iolanda, sua madre, giovane contadina fidanzata con Cesare, in guerra in Albania. “Ho preso in prestito la mia famiglia, una famiglia italiana semplice come ce ne sono tante per raccontare la Storia vista con gli occhi delle donne. Quelle nelle retrovie, che si legano ad una vita d’apprensione, insicura, pronta ad accollarsi le fatiche di ogni momento, convivendo con l’ansia di non rivedere i propri figli, i propri mariti lontani” sottolinea l’autrice. Poi, il ritorno dal fronte, il matrimonio, i problemi familiari e poi subito una gravidanza segnata da una forte depressione post-parto e col risvolto drammatico di nove mesi nell’ospedale per malati di mente di Reggio Emilia, per poi tornare a casa, sana ma con un rapporto con la figlia tutto da creare.
Una fotografia di quegli anni difficili, con le famiglie patronali, il lavoro nei campi, la guerra e “il fronte interno”, come lo chiama l’autrice, tutto sulle spalle delle donne, mamme, contadine, che si prendono cura di vecchi e bambini. Donne che partoriscono otto, dieci, quindici figli, costrette a sfiancarsi sui campi e in casa: uguale destino tramandato alle figlie, messe al lavoro nella stalla ancora bambine e sottoposte a un’educazione repressiva. In questo mondo duro, Virginia, Adele, Jolanda, Francesca, Bice, Lina e Nora sanno che nel loro futuro c’è il mestiere di contadina fintanto che la guerra non travolgerà le loro giovani esistenze, lasciandole sole a sopportare le tante fatiche quotidiane.