Un film che racconta di una bambina che viene mandata con la sorella in un orfanotrofio nel centro della Francia e ogni domenica aspetta invano che arrivi il padre a cercarla. Umile sartina, che cuce orli nel retro di una sartoria di provincia. Artista di cabaret con una voce fioca che canta per un pubblico di soldati ubriachi. Donna innamorata che sa che non sarà mai la moglie di nessuno e rifiuta di sposarsi persino con Boy Capel, l’uomo che ricambia il suo amore. Una ribelle che trova opprimenti le convenzioni del suo tempo e indossa gli abiti dei suoi amanti.
“Ero interessata non tanto all’elemento moda, quanto al carattere di questa donna eccezionale”, dice la regista Anne Fontaine. “Mi colpiva il fatto che si fosse fatta da sé. Una ragazza che veniva dalle campagne francesi, povera, senza istruzione, ma dotata di una personalità straordinaria e destinata a precorrere i tempi”.Anni dopo, si è presentata l’opportunità di girare un film su questa donna leggendaria. “Dovevo pensare se era possibile concentrarsi sul primo periodo deIla sua vita—gli anni della formazione, su quello che era successo prima che Chanel stessa si rendesse conto del suo splendido destino”, spiega la regista. “Così ho letto la biografia scritta da Edmonde Charles-Roux, Chanel and Her World: Friends, Fashion, and Fame. Un’altra condizione fondamentale era trovare un’attrice che potesse incarnare un personaggio del genere, e non qualcuno che la imitasse o fosse solo una pallida replica di Chanel.”Per Fontaine, Audrey Tautou era perfetta. ”Fin dal mio primo incontro con Audrey, sono stata colpita dalla sua forza di volontà, dalla sua audacia, dall’intensità del suo sguardo”, ricorda Fontaine. “Chanel guardava tutto. La sua cultura non veniva dallo studio, ma dall’osservazione. Non avevo ancora scritto nemmeno una riga della sceneggiatura quando ho incontrato Audrey, ma sapevo che se lei si fosse fidata di me e se la produzione avesse accettato di concentrarsi sugli anni della formazione, avrei potuto imbarcarmi nell’avventura di girare il mio primo film storico”.