La presenza della proteina C-reattiva nel sangue periferico può essere un indice importante di infiammazione. La sua immissione nel circolo sanguigno avviene, infatti, in risposta a processi infiammatori e i suoi livelli nel sangue aumentano in maniera significativa se è in corso un’infiammazione.
Numerosi studi hanno già evidenziato le proprietà antinfiammatorie della curcumina e, in questo contesto, il suo ruolo nella riduzione dei livelli di proteina C-reattiva (CRP) e di CRP ad alta sensibilità (hs-CRP), due marker di infiammazione.
Questa recente metanalisi ha fatto ulteriore chiarezza in materia, valutando l’efficacia della curcumina nel ridurre le concentrazioni di CRP e CRP a elevata sensibilità in soggetti con condizioni di autoinfiammazione.
Sono stati individuati in letteratura nove studi che hanno valutato l’effetto della curcumina sui livelli di CRP e 23 studi per CRP ad alta sensibilità.
La supplementazione di curcumina (≤1.000 mg/giorno) ha determinato una significativa riduzione della CRP rispetto al placebo (p = 0,02) dopo >10 settimane di intervento.
Anche il livello di CRP ad alta sensibilità nel gruppo di intervento è risultato significativamente inferiore rispetto al gruppo placebo con il consumo di ≤1.000 mg/giorno di curcumina e con una durata dell’intervento ≤10 settimane; questa riduzione non ha avuto un andamento lineare ed è stata più marcata con un consumo di meno di 2000 mg di curcumina al giorno.
I dati di questa metanalisi confermano pertanto l’azione antinfiammatoria della curcumina e nello specifico il suo effetto benefico sulla riduzione dei livelli di CRP e CRP ad alta sensibilità in contesti clinici proinfiammatori.
FONTE: L’ERBORISTA