Siamo abituati a pensare alle stanze secondo le diverse funzioni, ma non è sempre stato così. Nel Medioevo la maggior parte delle case del Vecchio Continente disponeva di un unico ambiente per cucinare, mangiare, riposare. Le stanze separate si fecero più comuni dopo il Cinquecento, quando nelle città, la casa divenne più di un semplice rifugio. Con il passar del tempo ci si abituò all’idea di spazi privati e di ambienti separati per le varie funzioni, che dovevano restare chiusi per mantenere il calore.
Così, il nostro concetto attuale di spazio a pianta aperta è riconducibile all’idea originale di spazio abitativo. Oggi, usare lo stesso ambiente per svolgervi diverse attività è molto comune, soprattutto se ha un aspetto gradevole e una buona dose di luce naturale. Grazie ai progressi raggiunti di sistemi termici e isolanti, è possibile riscaldare ambienti più grandi in modo più efficiente ed evitare così il gran numero di porte e corridoi necessario a mantenere il calore nelle stanze.
Gli ambienti per ricevere si sono fatti più fluidi: possono comprendere la zona cucina- pranzo o uno spazio pranzo e living aperto. Anche l’abitudine di lavorare fuori casa appartiene al passato: lo studio è diventato la norma non solo nei loft ma anche nelle case più moderne.
Uno spazio di lavoro non vuol necessariamente dire una stanza puramente funzionale: questi spazi hanno bisogno di colore di carattere quanto le zone dedicare al relax e all’ospitalità. Oggi gli spazi lavorativi combinano il gusto personale con le esigenze pratiche, e l’essenzialità degli arredi denota una rigorosa eleganza. Come la Libreria DOiT Parete Creativa:in metallo verniciato, è stata disegnata da Andrea Radice e Folco Orlandini per Caos Creo. Una Libreria funzionale che può essere mescolata ad arte con inserimenti anche esuberanti, a riprova che uno spazio esteticamente gradevole fa parte di un sano equilibrio fra vita privata e professionale. Quello di cui abbiamo tutti bisogno in tempi di smart working!