La commedia nasce dal desiderio di confrontarsi con uno dei momenti più significativi e rappresentativi della storia italiana, analizzandolo attraverso tre protagoniste: Maria, una lavandaia veneta, Leandra  la cameriera di Cavour (personaggi nati dalla penna  dell’autore)  e Anita Garibaldi.In particolare – commenta Guardigli –  mi sono chiesto  come si comportavano le donne di quegli anni di fronte al progetto di unità, in che modo vi partecipavano, in che modo vi si opponevano, come subivano la morte dei loro uomini per un ideale che non sempre capivano, mentre la fame e le necessità concrete della vita incombevano… Maria,  Leandra, Anita: tre tipologie femminili che appartengono a tre diversi strati sociali e a tre diverse aree geografiche; sono tre voci che raccontano un periodo storico del nostro paese così importante e così poco considerato (finora) dal teatro e dal cinema. Ognuno di questi  personaggi rappresenta una parte del popolo italiano di quegli anni, in cui si combatteva e si moriva per unire l’Italia. “……E di lenzuola ne ho lavate. Che se le metto una de drio de l’altra.Ci faccio il vestito alla montagna…”La  poverissima donna veneta  (interpretata da Michela Martini) rappresenta i vinti, coloro che in ogni caso subiscono la storia, coloro che, comunque, qualsiasi sia l’esito di una guerra o di una lotta, pagano col sangue e le lacrime il loro conto personale.  “Cara signora madre, caro signor padre, che poi siete sempre voi…. Non dimenticatelo!” La cameriera di Cavour, (Loredana Martinez) origliando dietro la porta del Conte, si illude di capire i passaggi, le motivazioni, le ragioni del progetto di unità italiana dandosi il tono di chi, facendo la spola fra “i potenti” e gli umili, si sente privilegiata ed “elevata” di rango.  …”Il mare di laguna che impazziva sotto di noi, proprio quel giorno… in cui ti ho visto ….. ti ho incontrato e tutto è partito come un barcone in movimento…”Infine Anita, (Barbara Chiesa)  che è entrata nei libri di storia come eroina, come mito: di lei si esplora l’aspetto umano facendo risaltare l’amore e la passione per Garibaldi e per la “causa”.La voce della “vinta” è scarna, essenziale, come lo è il sentimento  più puro (si esprime in dialetto), la cameriera di casa Cavour tentando il “salto di stile”, per imitare i capi, i politici di cui sente i discorsi, finisce col parlare in un italiano grottesco infiocchettato dai toni della commedia. Anita parla attraverso il linguaggio del “melodramma”, il “linguaggio alto degli eroi”.Roma. Teatro Due (Vicolo Due Macelli 37 tel.06/6788259 www.teatrodueroma.it)  dal 26 aprile al 15 maggio. Orario spettacoli: dal martedì al sabato ore 21, domenica ore 18. lunedì riposo. Biglietti intero euro 15, ridotto euro 12.