Creatività, surrealismo e improvvisazione: questi i tre ingredienti di base dello spettacolo comico “Che grandi figli di Befana”conditi da una sfrenata simpatia e passione per la risata. Entrare nel mondo de I Ditelo voi per vedere alternarsi sul palco personaggi dalle sembianze fumettistiche e situazioni più o meno possibili: i Pulp, tre killer imbranati che non riusciranno mai ad ammazzare nessuno, se non il pubblico, dalle risate.  Tre cartoni animati, appena usciti dalla parodia dei film di Quentin Tarantino, con tre soprannomi che ben descrivono le loro caratteristiche fisiche: Capo, Ciuffo e Baffo lasceranno il posto a tre dissacranti preti, o meglio due preti e un vescovo. Padre Eminem darà sfogo al suo strano vizio, quello di schiaffeggiare i suoi preti preferiti, Fra Capucchione e Frallalero. I tre discutibili religiosi si faranno amare da tutti, bambini e adulti a colpi di frustate, battute e schiaffoni. Abbandonati, però, parrucche e costumi di scena ci troviamo addirittura nel bel mezzo di una rapina… qui il surreale si fa ancora più vivo, l’effetto sorpresa è assicurato. Vedere lo spettacolo de I Ditelo voi permetterà di conoscerli come attori, autori e cabarettisti. Conoscendo la loro verve comica cosa mai ne potrà venir fuori? Considerando anche che tutta la rappresentazione sarà disturbata da un certo Menechiello, tizio dall’apparenza inquietante in impermeabile chiaro e…il resto è da scoprire! L’uomo dei Pecchè:Un laboratorio della risata. Ecco in quattro parole la definizione migliore per lo spettacolo di Carmine Faraco. Monologhi, canzoni, imitazioni, battute, barzellette, freddure. L’affiatamento tra i componenti della band, inoltre, rende così piacevole ogni situazione che viene a crearsi sul palco, da sperare che lo spettacolo non abbia mai termine. Che bello poi vedere il pubblico così felice nell’essere coinvolto nelle varie gag o nei cori delle canzoni italiane più famose. Carmine in questo è un vero portento: ogni testo viene scomposto con un’attenta analisi logica e grammaticale che mette in evidenza la debolezza della struttura portante. E non c’è cosa più divertente che ridere dei propri miti.  Roma.Teatro ParioliDal 15 al 17 aprile