Dopo A history of violence e La promessa dell’assassino, questa volta David Cronenberg indaga sui misteri della psiche. Con A dangerous method, questo il titolo del suo ultimo lavoro, il regista porta sullo schermo la vera storia dell’incontro fra il giovane psichiatra Carl Gustav Jung, il suo mentore Sigmund Freud e Sabina Spielrein, una bella e giovane paziente affetta da una grave forma di isteria. Presentato in concorso alla 68ma Mostra Internazionale d’Arte Cinetografica di Venezia, la pellicola vede protagonisti rispettivamente Michael Fassbender, Viggo Mortensen e Keira Knightley. I tre attori, ben diretti da Cronemberg, riportano in vita tre figure cardine per la storia della psichiatria moderna. Siamo nel 1904, Zurigo e Vienna sono lo scenario di formidabili scoperte che rivoluzioneranno per sempre la concezione della sessualità e della coscienza umana. Un terreno tanto misterioso quanto pericoloso che sarà incontro (prima) e scontro (successivamnete) per Freud e Jung: pionere il primo, suo erede intellettuale il secondo. Ma il caso di Sabina Spielrein, inizialmente motivo d’incontro tra Freud e Jung, in un secondo momento sarà una delle cause del loro allontanamento. Infatti, come è noto, Freud cominciò ad essere sospettoso della divergenza verso il misticismo delle teorie del giovane Jung. Ad aggravare la situazione il rapporto amoroso che quest’ultimo, influenzato dall’incontro con il collega/paziente Otto Gross (un efficace Vincent Cassel) intraprende con la giovane paziente. Emblematica la scena in cui i due psichiatri solcano le acque di un lago in una barchetta, quasi a voler significare il viaggio intrapreso da entrambi tra i flutti della mente umana.La pellicola prosegue così su questo menage a trois fatto di incontri, corrispondeze e lunghe conversazioni. Essendo la sessualità una delle tematiche principali del film, non dovrebbe destare “scalpore” la scena in cui Fassbender frusta una svestita (per la prima volta) Keira Knightley. Non solo per questa scelta ma anche per la sua performance attoriale l’attrice sicuramente colpirà il pubblico. Infatti se nella prima parte Keira rende magistralmete l’isteria del suo personaggio, attraverso un corpo “spezzato”, smorfie e urla , nella seconda parte la bell’attrice si mostra in tutto il suo splendore e la sua sensualità. Bravo anche l’astro nascente Fassbender che, nonostante non abbia ricevuto la Coppa Volpi per questa interpretazione ma per Shame (altro film con cui era in concorso a Venezia), convince materializzando la frustrazione di Jung nel rapporto con la moglie, la sua sete di conoscenza e l’iniziale conflitto interiore e titubanza nel concedersi a Sabina (che una volta guarita verrà spinta dallo stesso Jung ad intraprendere la professione di psicoanalista).
Oltre alla regia e agli attori, altri sono gli ingredienti che fanno di A dangerous method un bel film. La sceneggiatura scritta dal premio Oscar Christopher Hampton (Espiazione) nonchè autore di The talking cure, testo teatrale da cui è tratto il film. Le belle musiche cariche di pathos e composte dal vincitore di tre premi Oscar Howard Shore (la trilogia de Il signore degli anelli) capace di donare organicità e ritmo alla pellicola. Curiosa, infine, la scelta di Cronenberg di adoperare per la maggior parte delle riprese un’elevata profondità campo che, soprattutto nelle scene in cui i protagonisti si confrontono, permette allo spettatore di “focalizzarsi” su entrambi senza essere influenzati dalle scelte di messa a fuoco del regista.