“… Il Sol che muore dietro l’Aventino” recitava Gabriele D’Annunzio nell’Elettra, il secondo volume delle Laudi, pubblicato nel 1903 e dedicato alle città del silenzio.
Si tratta di una citazione emblematica dal momento che il cardine di tutta la poetica dannunziana è il culto della bellezza e dell’arte, di cui il Colle Aventino è la massima espressione.
Quiete e scorci panoramici contraddistinguono la passeggiata lungo i sentieri del Colle all’ora del tramonto; è come trovarsi all’interno di un mosaico dove si alternano, in una stupenda e irregolare sequenza, antiche costruzioni, ville e chiese.
Chi sostiene che per visitare le meraviglie di Roma occorra spendere un patrimonio deve ricredersi; qui, al dodicesimo rione di Roma, Ripa, sono più di uno gli splendidi angoli che è consentito ammirare gratuitamente.
Pensiamo al Roseto Capitolino: durante i periodi di fioritura, maggio e ottobre, apre i suoi cancelli per accogliere appassionati di botanica e non solo, venuti ad ammirare oltre mille specie del fiore più prezioso. Al primo impatto il Roseto, un tempo cimitero ebraico successivamente trasformato in parco, appare un’immensa tela dipinta a olio, raffigurante rose di ogni qualità e dimensione, che prende vita davanti agli occhi degli estasiati visitatori.
Profumi intensi che si disperdono nell’aria e colori sgargianti ad ogni angolo rendono l’atmosfera inebriante.
Infinite le varietà di rosa provenienti da ogni parte del mondo: Africa, America, Nuova Zelanda, Oriente; dalla Rosa Chinensis Virdiflora, i cui petali sono color smeraldo, alla Rosa Chinensis Mutabilis che, giorno dopo giorno, cambia tonalità passando dal giallo al rosa e persino la Rosa Foetida, diversa dalle sue profumatissime sorelle per l’odore poco gradevole che tiene lontani gli insetti.
Quest’anno l’apertura del Roseto coinciderà con il Natale di Roma, il 21 aprile, un modo nuovo e bellissimo per rendere omaggio alla Città Eterna.
Ma oltre all’indiscusso spettacolo floreale, il Roseto regala una vista altrettanto spettacolare su Roma: il Colle Palatino, Santa Maria in Cosmedin, il Vittoriano.
Proseguendo la passeggiata sull’Aventino, è imperdibile una visita al Parco Savello, più comunemente conosciuto come Giardino degli Aranci che, all’ora del tramonto, regala una vista mozzafiato su un’incantevole Roma, sotto una luce calda e dorata che sfuma i contorni del paesaggio, rendendolo più dolce e surreale. Il Parco deve il suo nome alla famiglia Savelli, la cui fortezza venne edificata su questo terreno nel lontano 1932 ad opera dell’architetto Raffaele De Vico.
Concludiamo questa incantevole escursione sbirciando Roma dal buco della serratura! Grazie a un gioco di prospettiva, realizzato da Piranesi nel diciottesimo secolo per volere del cardinal Rezzonico, attraverso la serratura del portone di Villa del Priorato di Malta, a pochi metri dal Parco Savello, si gode di una meravigliosa quanto inedita vista sulla Cupola di San Pietro, incorniciata dai cespugli verdeggianti del curatissimo giardino del Priorato.
Uno spettacolo davvero insolito giustificato solo dalla magnificenza di Roma.