Una recensione pubblicata su Antioxidans ha affrontato il tema del ruolo della luce e dell’inquinamento sull’invecchiamento cutaneo e su come proteggersi al meglio dagli aggressori ambientali, con particolare attenzione all’uso di antiossidanti topici e agenti chelanti.
L’esposizione alla luce ultravioletta (UVL) contribuisce in modo determinante al fenotipo dell‘invecchiamento cutaneo.
I fattori che influiscono sull’invecchiamento cutaneo
Nella patogenesi dell’invecchiamento cutaneo, però, oltre alla luce ultravioletta anche la luce visibile, l’infrarosso, l‘inquinamento, il fumo di sigaretta e altre esposizioni ambientali hanno un ruolo determinante.
Il meccanismo d’azione comune a queste esposizioni è la rottura dell’equilibrio redox cellulare mediante l’aumento diretto o indiretto della formazione di specie reattive dell’ossigeno che sopraffanno il sistema di difesa antiossidante intrinseco, determinando una condizione di stress ossidativo.
L’omeostasi redox alterata innesca percorsi a valle che contribuiscono all’ossidazione dei tessuti (dialogo incrociato tra infiammazione e stato redox alterato) e accelerano l’invecchiamento cutaneo.
Come luce UV e inquinamento incidono sull’invecchiamento cutaneo
Inoltre, sia la luce ultravioletta che l‘inquinamento aumentano il ferro libero intracellulare che catalizza la generazione di specie reattive dell’ossigeno attraverso la reazione di Fenton.
Questa interruzione dell’omeostasi del ferro all’interno della cellula promuove, ulteriormente, lo stress ossidativo e contribuisce all’invecchiamento cutaneo estrinseco.
Il ruolo dei chelanti del ferro
Studi più recenti hanno dimostrato che i chelanti del ferro possono essere usati localmente e possono aumentare i benefici degli antiossidanti applicati localmente.
Pertanto, un approccio aggiornato e più completo alla protezione dall’invecchiamento ambientale o atmosferico dovrebbe includere misure di protezione solare, filtri solari ad ampio spettro, antiossidanti, agenti chelanti ed enzimi di riparazione del DNA.