Il diabete è una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) e dovuta a un’alterata quantità o funzione dell’insulina. L’insulina è l’ormone, prodotto dal pancreas, che consente al glucosio l’ingresso nelle cellule e il suo conseguente utilizzo come fonte energetica. Quando questo meccanismo è alterato, il glucosio si accumula nel circolo sanguigno. Il diabete è stata la causa diretta di 1,6 milioni di morti nel 2016, come ha riportato l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
L’emodina è un principio attivo presente in diverse erbe, anche della tradizione cinese, mentre la diacereina è un altro antrachinone comunemente usato nel trattamento dell’osteoartrite.
Secondo uno studio congiunto di ricercatori cileni, spagnoli e italiani questi due derivati antrachinonici hanno dimostrato attività antidiabetiche.
L’emodina sembra migliorare la tolleranza al glucosio e la sensibilità all’insulina attraverso l’attivazione di PPARγ (recettore gamma attivato dai proliferatori dei perossisomi che regola il deposito degli acidi grassi e il metabolismo del glucosio) e la modulazione dei geni legati al metabolismo.
La diacereina sembra diminuire il livello delle citochine infiammatorie e aumentare la secrezione di insulina migliorando la sensibilità all’insulina e quindi il controllo del glucosio. Altri derivati antrachinonici presenti in natura, come ad esempio la catenarina, hanno dimostrato di avere attività antidiabetiche, anche se sono stati effettuati pochi studi.
Lo studio presenta una revisione critica sugli studi di letteratura riguardanti gli effetti dei derivati antrachinonici nel diabete, discutendo inoltre la chimica, le fonti alimentari, la biodisponibilità e la tossicità di questi composti.
FONTE: L’ERBORISTA