La lunga emergenza sanitaria sta infliggendo un colpo durissimo all’economia italiana, senza tralasciare, come è noto, l’aspetto occupazionale. Il Fondo Monetario Internazionale, che a metà ottobre ha migliorato le stime del PIL italiano per il 2020, tagliando però quelle per il 2021, ha infatti stimato per il Belpaese un tasso di disoccupazione all’11% nel 2020, laddove l’anno scorso si viaggiava al 9,9%.
Il prossimo anno, sempre secondo il Fondo, si avrà un’ulteriore crescita, per sfiorare l’11,8%, ben al di sopra all’attuale media europea, all’8,9%. Sono sempre di più, quindi, le persone alla ricerca di un nuovo lavoro, le quali però si scontrano quotidianamente con un mercato particolarmente difficile da penetrare.
Abbiamo chiesto a Carola Adami, co-fondatrice di Adami & Associati, società italiana di head hunting, quali sono le principali difficoltà delle persone attualmente alla ricerca di una nuova occupazione.
“Bisogna partire dal presupposto che la crisi sanitaria ha avuto un impatto importante su tanti settori differenti. Se nelle costruzioni e nell’industria il sistema ha retto, non si può dire altrettanto per quanto riguarda gli alberghi, i ristoranti, i bar, gli eventi, e in generale i servizi e il turismo. In tutti i casi in cui un’attività lavorativa crea dell’aggregazione ci troviamo di fatto fronte a un aumento della disoccupazione, mitigato ovviamente dal blocco dei licenziamenti. Si pensi, però, a tutte quelle persone che, proprio a marzo, erano in prova: in tantissimi i casi l’inserimento in azienda si è bloccato di netto, ingrossando le fila dei disoccupati. Da lì in poi i nuovi inserimenti stabili nel tempo sono diventati più difficili, tralasciando la finestra estiva”.
Sembra che, in molti casi, le persone in cerca di lavoro abbiamo delle difficoltà crescenti nell’affrontare le nuove sfide poste dal mercato del lavoro. A cosa è dovuta questa problematica diffusa?
La nostra agenzia di head hunting offre un apprezzato servizio di consulenza di carriera, grazie al quale abbiamo notato effettivamente una crescente difficoltà nell’approcciarsi in modo efficace al mondo del lavoro. Indubbiamente ci sono tanti motivi differenti: il momento eccezionale che stiamo vivendo rende già di per sé più difficile trovare l’annuncio di lavoro giusto, soprattutto, per esempio, per chi guarda al settore della ristorazione e del turismo. Non va inoltre dimenticato che il mondo della selezione del personale è cambiato fortemente negli ultimi anni, e che alcune linee evolutive sono state velocizzate proprio dalla pandemia.
Non stupisce quindi che i tanti lavoratori over 40 che si sono ritrovati senza lavoro allo scoccare della pandemia sanitaria incontrino molti ostacoli nel muoversi in un mercato del lavoro decisamente diverso da quello che avevano incontrato, per esempio, 10 anni fa.
Cosa è cambiato nel mercato del lavoro?
I cambiamenti sono stati tanti. Si pensi al peso sempre maggiore dell’aspetto digital nella ricerca del personale, e quindi all’attenzione posta dai recruiter alla presenza online dei candidati. O ancora, guardando al 2020, si pensi a quanto sia diventato importante essere in grado di dare il meglio non in un normale colloquio face-to-face, quanto invece in un’intervista in videochiamata, da remoto.
“Ma non è tutto qui: molte persone alla ricerca di un nuovo lavoro, per esempio, non sono a conoscenza del fatto che le agenzie di selezione del personale sono per lo più dotate di software per il recruiting, che effettuano una prima scrematura dei curricula dei candidati per velocizzare il processo. Diventa quindi fondamentale, da questo punto di vista, impostare il proprio CV in modo da poter “convincere” questi software, utilizzando dunque le giuste parole chiave.
Ottimizzare il curriculum vitae tenendo conto di questa “novità” è insomma il primo cruciale passo per affrontare al meglio l’odierno mercato del lavoro”, conclude l’head hunter e coach di carriera, Carola Adami.