Roma. Importante evento del 2019:l’apertura al pubblico di Palazzo Bonaparte, splendido edificio barocco in Piazza Venezia che prende il nome da Letizia Ramolino, madre di Napoleone, che vi abitò fino al 1836. Da sempre utilizzato come residenza privata, oggi diventa accessibile al pubblico grazie alla partnership tra Generali Italia e Arthemisia.

Impressionisti Segreti, la prima mostra ospitata a Palazzo Bonaparte, diventa un’opportunità unica per entrare nel mondo dell’Impressionismo tramite cinquanta capolavori di grandi artisti quali Monet, Renoir, Cézanne, Pissarro, Gauguin e tanti altri, custoditi nelle più importanti collezioni private. Curata da Marianne Mathieu, direttrice scientifica del Musée Marmottan Monet di Parigi e Claire Durand-Ruel, discendente di Paul Durand-Ruel, primo sostenitore degli impressionisti, e prodotta dal Gruppo Arthemisia, la mostra ripercorre la storia di un movimento affascinante quanto coinvolgente.

Nelle splendide sale di Palazzo Bonaparte, si succedono le opere di un gruppo di artisti che nel 1874 allestì la sua prima mostra in alcuni locali messi a disposizione dal fotografo Félix Nadar, al numero 35 di Boulevard des Capucines a Parigi. Tra loro Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Camille Pissarro, Edgar Degas, Alfred Sisley, Berthe Morisot, Armand Guillaumin e Paul Cézanne. La scelta di soggetti tratti dalla quotidianità, un’immagine chiara, luminosa e variopinta, lo studio attento degli effetti della luce sugli esseri viventi e sulle cose e la frammentazione della pennellata finalizzata a tradurre al meglio le vibrazioni atmosferiche, furono le caratteristiche che decretarono il successo di questo stile pittorico.

Quasi stregati dalle bellezze che ci circondano, location compresa, ammiriamo le pennellate talentuose che ritraggono un fiume in cui si riflette il cielo, la campagna, una scogliera assolata, la vita contadina,il freddo pungente dell’inverno, il percorso del sole. Paesaggi dipinti all’aria aperta e non più in studio.

Non solo paesaggi e natura vibrante. Anche le trasformazioni di Parigi, moderna città in pieno boom industriale, sono il soggetto delle tele di Gustave Caillebotte:la folla nelle strade o nei viali, il trambusto cittadino, osservati da un balcone o contemplati stando in piedi dietro la finestra di un confortevole interno borghese. Invece Édouard Manet, Berthe Morisot ed Eva Gonzalès, artisti più parigini del gruppo impressionista, si allontanano dal tumulto cittadino per dipingere con sensibilità il loro universo intimo, fatto di ritratti di familiari o di amici.

impressionisti
Devant la Psiche’ di Morisot

Altri passi nelle sale di Letizia Bonaparte ed ecco Pierre-Auguste Renoir, il pittore dei ritratti. Di lui un celebre critico d’arte disse: «Dubito che un altro pittore abbia mai interpretato la donna in maniera più seducente. Il pennello di Renoir, rapido e leggero, conferisce grazia, morbidezza, naturalezza, rende trasparente la pelle, colora le gote e le labbra di un brillante incarnato. Le donne di Renoir sono creature incantevoli…».

Concludono questo percorso alla ricerca della luce, le tele che testimoniano il passaggio del testimone: Il 1886 segnò la fine dell’impressionismo. Nello stesso anno, si affacciò un nuovo movimento artistico nato intorno a Georges Seurat e Paul Signac, battezzato dal critico d’arte Félix Fénéon, neoimpressionismo. Una tecnica pittorica che consiste, invece che nel non mescolare i colori sulla tavolozza, nell’ accostarli direttamente sulla tela sotto forma di piccole pennellate. In questo modo i colori, isolati, si ricompongono a distanza sulla retina dell’osservatore.

A malincuore lasciamo le splendide sale di Palazzo Bonaparte, non più segreto. Il trambusto di Via del Corso ci assale e poi un ultimo sguardo al balconcino di Letizia Bonaparte: forse è ancora lì, dietro le persiane, osserva non vista e aspetta ancora il suo Napoleone!