In un’epoca in cui emoticon, GIF, abbreviazioni e acronimi stanno prendendo il sopravvento sui social e in chat, è normale assistere a una rapida evoluzione delle forme di comunicazione testuale in mobilità, con una crescente diversificazione tra l’utilizzo della parola su carta e quella in ambito digitale.
In occasione del I love to write day, che si celebra il 15 novembre, Wiko, il brand franco-cinese di telefonia, ha deciso di coinvolgere la sua community di Instagram con un sondaggio per comprendere quanto la scrittura sia realmente cambiata negli ultimi tempi, anche a fronte dell’incremento della cosiddetta “smartphone-addiction”.
Secondo il sondaggio lo smartphone sta perdendo la sua funzione originale di dispositivo utile per telefonare. Solo il 25% ha dichiarato, infatti, di utilizzarlo per effettuare o ricevere chiamate, mentre il 75% lo preferisce più per chattare e postare sui social, dunque per scrivere, seppur in forma 2.0.
La scrittura dunque è tutt’altro che morta. Al bando inutili allarmismi: è in atto, com’è normale che sia, un cambiamento legato anche alla natura dei dispositivi che la veicolano. Si fanno strada, inoltre, nuove modalità di comunicazione testuale: il 62% dei rispondenti fa uso del Direct Messaging su Instagram, il famoso “Scrivimi in DM”, a svantaggio delle chat di gruppo, votate dal restante 38%.
È quindi lecito attendersi un inaspettato declino di gruppi mamme della 3^D, gruppi regalo laurea, gruppi ex compagni di classe e gruppi partite di calcio a cinque che non avverranno mai?
È vero, si fa fatica a stare al passo con tutte quelle faccine, meme e acronimi pop. Ma se in un tempo molto recente l’emoticon era la regina della chat nella trasmissione di pensieri e stati d’animo, largo adesso alle GIF animate. Il 65% dei rispondenti ha dichiarato che valgono ormai “più di mille parole.”
Ti mando un vocale, di 10 minuti? Anche no. Nonostante l’aumento delle nuove modalità di comunicazione via smartphone, c’è chi ancora, il 71% dei partecipanti, preferisce il classico messaggio scritto rispetto a quello vocale, fermo al 29% delle preferenze. Grazie quindi alla sua forma visuale, il messaggio di testo viene considerato ancora più immediato e comprensibile.
Per quanto ormai la scrittura in chat sia cambiata repentinamente con la creazione di GIF, DM, messaggi vocali e acronimi, quando si tratta di scrivere l’80% del campione preferisce le parole nella loro forma intera, rispetto ai LOL, BFF & co. così tanto amati all’estero.
Infine, per scrivere le proprie riflessioni o confessioni segrete nello scontro “Caro Diario” vs Social, vince a sorpresa il primo con il 56% delle preferenze. Spazio quindi alla riservatezza, nel 2019 c’è ancora qualcuno che ama tenere per sé i pensieri più profondi.
Nonostante comunicare con lo smartphone abbia cambiato il modo di scrivere, attenzione all’italiano, il flusso di novità e trend non riesce ad abbatterlo. L’85% del campione preferisce ancora un uso corretto dell’italiano in chat rispetto ai neologismi social e a certi inglesismi. Dietro al ruolo di Internet come attore principale dei cambiamenti linguistici odierni si nasconde quindi una volontà di dare spazio alle parole e al buon senso della lingua italiana, restando pur sempre al passo coi tempi dettati dall’evoluzione del digitale.