Imparare una lingua straniera è uno degli obiettivi che universalmente accompagnano la vita della maggior parte delle persone, che siano alle scuole elementari o abbiano varcato la soglia della pensione. Secondo una recente statistica, l’Italia è al secondo posto in Europa per numero di studenti delle scuole medie che imparano più lingue straniere, preceduta dal Lussemburgo, dove la scolarizzazione avviene obbligatoriamente sia in francese che in tedesco, registrando il 100% di allievi che studiano due lingue straniere, e dalla Finlandia, dove, dopo l’inglese, lo svedese è obbligatorio come seconda lingua nazionale. Terza appunto l’Italia, il con 95,8% degli studenti alle prese con l’inglese (nettamente sul podio con il 98,1% delle preferenze) e, a seguire, con il francese (scelto dal 65,4% degli studenti). (Fonte Ansa).
La meta più ambita resta la Gran Bretagna, scelta dal 39% degli studenti italiani, di tutte le età: “Corsi universitari, Master, vacanze studio e corsi di lingua all’estero sono richiestissimi per migliorare il proprio inglese, soprattutto nei mesi estivi, o per prepararsi ad esami internazionali quali Cambridge o Ielts. Riceviamo richieste da studenti sempre più giovani, a partire dagli 8 anni, che desiderano partecipare a vacanze studio, anche accademiche o intensive. I ragazzi un po’ più grandi, dai 14-15 anni in su, preferiscono invece iscriversi a un trimestre, semestre o addirittura anno scolastico nel Regno Unito, o richiedono talvolta di rimanere per più di un anno in Boarding School per il diploma Ib o A level.
Infine stanno aumentando gli studenti universitari e gli adulti che desiderano laurearsi all’estero in Inghilterra o conseguire un Master che dia loro maggiori opportunità lavorative future”. Le destinazioni più richieste per l’Erasmus sono la Spagna, la Francia, la Germania e il Regno Unito. Ci sono poi delle mete in crescita, soprattutto verso l’Europa orientale: analizzando le destinazioni dal 2006 al 2017, si osserva che la mobilità verso gli atenei di quest’area europea ha registrato un incremento medio del 34%. In particolare la Polonia, che ha fortemente intensificato gli scambi con l’Italia.
“A seguire, segnaliamo la mobilità verso i Paesi settentrionali e occidentali, Norvegia, Finlandia, Svezia e Olanda, scelti dall’11% degli studenti, e verso l’Europa meridionale – Repubblica Ceca, Spagna e Portogallo – con un incremento dell’8,4%”, spiega Stefano De Angelis, CEO di Giocamondo, azienda fondata nel 2004 per la progettazione e l’organizzazione di vacanze per ragazzi e senior, in Italia e all’estero. “Altri Paesi europei, che attraggono per la vicinanza all’Italia, sia geografica che culturale, sono Austria – inaspettatamente, dobbiamo riconoscerlo -, Francia, Spagna, Germania e Svizzera”.
Ma se da un lato gli italiani continuano a prediligere la lingue e i Paesi britannici per il proprio background culturale, lo studio di altre lingue – e culture – ben più lontane dalle nostre radici, sta avanzando. Si tratta naturalmente degli idiomi orientali, cinese mandarino e arabo in primis.
La Cina è terza nella classifica del nostro import e ottava per l’export: appare quindi chiaro come sia diventato fondamentale imparare a dialogare con questo importante partner economico, “Senza dimenticare inoltre che il cinese è la lingua più parlata al mondo per numero di madrelingua (circa un miliardo di persone)”. In merito all’arabo, pur essendo gli scambi economici meno rilevanti, va considerato un altro aspetto: “Si tratta della terza lingua più diffusa, con 221 milioni di madrelingua sparsi tra 57 Paesi”, aggiunge De Angelis. Sappiamo bene inoltre quanto, soprattutto negli ultimi anni, gli eventi geopolitici abbiano reso fondamentale il dialogo con il mondo arabo. “Studiare per diventare traduttore può essere un’ottima idea, ma anche per lavorare in settori come la finanza, il giornalismo e il turismo”.
Quanti sono gli studenti italiani che hanno iniziato a studiare queste lingue e queste culture? Dove vanno a studiare e come si organizzano? Quali sono i metodi migliori per apprendere idiomi così distanti, anche a livello fonetico, dal nostro? “Negli ultimi anni abbiamo ricevuto sempre più richieste di corsi di lingua cinese, per questo abbiamo aperto ottimi canali con Shanghai e Pechino. Una fra tante università con cui collaboriamo è la BLCU – Bejing Language and Culture University, ma abbiamo anche partner che si appoggiano ad atenei meno conosciuti, ma non per questo meno validi, come la Chongqing University, proprio nella città di Chongqing. I nostri studenti alloggiano in modernissimi campus universitari o in residenze destinate a studenti, frequentano lezioni il mattino e svolgono attività ricreative o ludiche nel pomeriggio insieme ad altri studenti internazionali. In questo modo sono completamente immersi nella cultura e nella lingua del posto, per coglierne a pieno tutte le sfumature”.
Infine è interessante notare come, secondo i dati raccolti da Giocamondo, siano in aumento gli studenti del sud Italia che decidono di partire per studiare una lingua straniera:
– Puglia 14%, di cui il 2 % da Bari
– Sicilia 10 %, di cui Palermo 2%
– Sardegna 14%, di cui Cagliari il 2%
– Lazio 16%, di cui il 9% da Roma