60 milioni di dischi venduti, un conto in banca che con la musica era cresciuto fino a 156 milioni di dollari, eccessi, droga e depressione. Questo era il vecchio Robbie Williams, quello che conoscevamo tutti. Ora aggiungiamoci un amore vero, una figlia appena nata, 100 milioni di dollari del nuovo contratto Universal e avremo il nuovo Robbie Williams, protagonista dello speciale focus on su MAX ottobre, da giovedì 4 in edicola, su iPad e online su max.gazzetta.it. L’ex ‘ballerino grasso dei Take That’ (così lo definì Noel Gallagher) si gode la paternità, l’amore, l’uscita del disco Take the Crown (nei negozi il 6 novembre), e già che c’è inaugura una sua linea di moda. Continua a essere allergico alla sua magione da sogno a Los Angeles («Sono cresciuto dentro una specie di ripostiglio, e non riesco a dormire in spazi troppo estesi»), e si ispira al graffitaro Banksy quando lascia il microfono e si mette a dipingere («Stavo attraversando la fase ‘non voglio più essere una popstar’ quando mi sono avvicinato all’arte”). Accanto alle belle cose di oggi, racconta del suo passato buio, tra droghe e alcol che gli causarono la depressione («Le pillole e le droghe erano le mie medicine. Insieme all’alcol. Le usavo per curare un problema che già c’era e che si è esasperato trasformandosi in qualcosa di molto peggio»). Ora è rinato, grazie a sua moglie Ayda Field, turco-americana di 33 anni che ignorava chi fosse quando lo incontrò e che divenne sua compagna per sempre dopo una dichiarazione in diretta radiofonica. La donna perfetta per lui («Ama il calcio, ne capisce davvero. Questo fa di lei la mia donna ideale»). Poi la figlia, le lacrime e la voglia di stupire ancora («Abbiamo fatto sesso! Funziona! Non vedevo l’ora di essere papà. Sto piangendo ora. Molto amore, molta gioia», ha scritto sul suo sito). Vecchio o nuovo, allora poca importa. Robbie Williams, semplicemente.