Dziwisz riferisce fatti inediti sulla vita di Giovanni Paolo II: racconta di essere stato testimone oculare di vari miracoli, che sarebbero stati compiuti da Wojtyla, quando era ancora in vita. Il cardinale descrive, fra l’altro, la convalescenza di Giovanni Paolo II in clinica, dopo l’attentato del 1981: “Vicino al reparto in cui era ricoverato c’erano dei bambini malati di tumore” che lui andava a visitare non appena si sentiva meglio e che cercavano la sua presenza nella speranza di una guarigione, affermando proprio “Là io fui testimone di tanti miracoli”.  L’arcivescovo di Cracovia descrive anche fatti esilaranti, come quando, il Papa da cardinale, a Ludzmierz in Polonia, fece cadere lo scettro da una statua della Madonna ed il cardinale Wyszynski, che era con lui, gli aveva detto ridendo: “Pare che la Vergine voglia dividere il suo potere con te”, e di quando, dopo il conclave che lo elesse Papa, Wojtyla aveva, quindi, confessato al suo futuro segretario “Che cosa ho combinato!”.  Il cardinale Stanislao, inoltre, parla della visita in Polonia nel 1983, di Solidarnosc, e della lettera scritta dall’amato Papa a Breznev, quando la Russia pensava all’intervento militare, che non ricevette mai risposta e non fu mai divulgata, ma in cui era scritto: “La nazione ha diritto alla libertà”.  Emblematica anche la missiva mai spedita sull’attentato per mano di Alì Agca, dove il primo pensiero di Wojtyla fu per l’attentatore: “Come possiamo presentarci al Signore se non ci perdoniamo?”.  Le immagini conclusive del film, infine, si chiudono sul periodo della malattia e della morte quando sussurrò al segretario: “Se non posso più stare con la gente e parlare con loro, è meglio che me ne vada”.