«Le misure prese dal governo italiano per far fronte all’emergenza dei nomadi non violano le norme dell’Unione europea». Queste le parole di Michele Cercone, portavoce del commissario europeo alla Giustizia, libertà e sicurezza, Jacques Barrot,che ha promosso il rapporto del governo italiano inviato a Bruxelles lo scorso primo agosto. Il giudizio che proviene dall’Europa, trova le polemiche sollevate dall’opposizione che vede, in questo provvedimento, una violazione dei diritti umani.In realtà, come tiene a specificare il portavoce del Commissario,«non c’è nessuna raccolta sistematica delle impronte digitali ma il provvedimento ha il solo fine di identificare le persone quando non sono in possesso di un documento o, comunque, come estrema ratio», ribadendo che il raggio d’azione si muove tra i casi strettamente necessari da identificare.Ma l’approvazione della Commissione ha un valore ancora più importante perchè boccia la risoluzione dell’Europarlamento dello scorso 10 luglio, in cui si chiedeva all’Italia di sopendere la raccolta della impronte digitali giudicate «una discriminazione etnica e razziale».Il ministro dell’interno Maroni esprime così tutta la sua soddisfazione:«Le analisi della Commissione sono rigorose e severe ma mai basate su pregiudizi politici o ideologici: ciò rende il nostro lavoro sereno».Intanto, le Associazioni rom si fanno sentire e il Presidente dell’agenzia nazionale Rom di Romania, Gruia Bumbu, si dice contrario alle violazioni dei diritti umani e agli abusi sui nomadi e dichiara di dare la sua posizione ufficiale nel corso del summit che si terrà il 16 settembre a Bruxelles.