Si è un po’ timorosi davanti ai suggerimenti di amici e conoscenti su libri dai nomi pomposi, sconosciuti o di autori dal primo pelo. Con così poco tempo per leggere si cerca sempre di scovare il piccolo capolavoro, da divorare per farti stare bene e male quando troppo presto le parole hanno raggiunto la fine. Una sensazione che non vi abbandonerà facilmente dopo aver letto “La figlia del silenzio”: un libro di 415 pagine pubblicato dalla Garzanti, scritto dall’esordiente Kim Edwards al costo di euro 18,60. Un’uscita in sordina negli Stati Uniti ma grazie al passaparola dei lettori sono state toccate le tre milioni di copie. Scritto magistralmente, dal coraggio degli argomenti, al toccante e vibrante incidere della storia, il romanzo è, in una sola parola, semplicemente indimenticabile. Come indimenticabili sono i suoi protagonisti che si dibattono tra la felicità e la disperazione che nasce nel rimpianto: la piccola Phoebe, nata in un ambulatorio casalingo di una città americana, in una notte di bufera del 1964, è affetta da sindrome di down. Il padre, affermato ortopedico, decide d’impulso di consegnare la neonata all’infermiera perché la chiuda in un istituto, facendo credere alla moglie che la piccola sia morta subito dopo la nascita. Una decisione sofferta che graverà su di lui per sempre: un lutto che non verrà mai rielaborato dalla moglie, incapace di perdonare al marito di non averle neppure fatto vedere il corpo della figlia morta. Tutta la vita di una famiglia che avrebbe potuto essere felice, compresa l’infanzia e la giovinezza del figlio nato sano Paul, sarà condizionata dal peso di un silenzio, di una colpa, di una perdita. Ma per Phoebe il destino sarà diverso: l’infermiera Caroline, spinta da un amore forte e combattivo, decide di tenere con sé la piccola e di crescerla, affrontando sacrifici economici e battaglie civili per sconfiggere i troppi pregiudizi, ma sarà felice. Avrà quella felicità che David e la sua famiglia, tormentati da un bagaglio di silenzi e segreti, non riusciranno mai a provare. Un libro che tocca le profondità dell’animo dove è troppo difficile sfiorare con un dito il significato più profondo della felicità e sull’importanza delle scelte di ogni giorno.