Qualche tempo alcune biblioteche della contea americana di Fairfax si sono ritrovate a sfoltire i loro scaffali di libri vecchi o poco apprezzati per far posto a nuovi titoli: un computer centrale registra i volumi che nessuno ha preso in prestito nei due anni precedenti e lo inserisce in una lista di testi suscettibili di essere eliminati.
Concedeteci, dunque, di portare in salvo un libro da questa triste realizzazione del “Cimitero dei libri dimenticati”, per poter ancora sognare splendidi acquerelli fluttuare nel tempo e diventare memoria nel cuore di tutti.
La casa editrice Salani ha pubblicato il breve volume “Imprevisto amore. Poesie per giovani innamorati” (pp. 143, euro 6,50), che contiene alcune delle poesie d’amore del poeta spagnolo Federico García Lorca (1898-1936) comparse nella sua prima raccolta dal titolo “Libro di poesie” (1921).
Un giovane Lorca legato indissolubilmente all’anima della Spagna gitano-andalusa dove si era svolta la prima parte della sua vita: passione, trasporto, slancio caratterizzano questi primi versi, alimentati dal paesaggio, dall’acqua, dalle piante, dal vento, dalla luce di quei luoghi, dal senso che la gente aveva della famiglia, dell’amore, della religione, della morte, della memoria, del destino, l’idea che nutriva della casa, della donna, dei figli. A sua volta la Spagna andalusa s’identificava con la sua arte acquistando una voce, proclamando la propria presenza contro un millenario stato di emarginazione e subordinazione, sofferenza ed infine rassegnazione. Presenze eterne ed invisibili che l’artista, secondo Lorca, doveva percepire, ascoltare e riportare con tale immediatezza e fedeltà da non alterarle, ma soltanto tradurle nelle parole dei versi o nelle scene dei drammi.
Nella poesia di Federico Garcia Lorca l’amore è un percorso di ricerca, dentro e fuori di sé. Tocca esperienze personali, invade lo spazio esterno, il paesaggio, suona con nostalgia corde intime e sensuali, racconta situazioni e dipinge immagini con il colore dei suoi versi: un tocco senza tempo affinché la via che percorriamo abbia un senso una volta raggiunta la destinazione.