Siamo alle porte della seconda guerra mondiale nella suggestiva cornice dell’Inghilterra: la belle époque e le suffragette in rivolta per la conquista delle libertà e dei diritti delle donne sono la cornice ideale per il nuovo romanzo di Judith Lennox, “Tutte le mie sorelle”, Corbaccio, 2006, € 19,60, pp. 511.
Quattro sorelle, Iris, Marianne, Eva e Clemency, lottano per realizzare i loro sogni, ognuno disegnando una propria, personale strada: la ventiquattrenne Marianne incontra il raffinato e avvenente Arthur Leighton a un ballo e capisce di aver trovato l’amore della vita. Iris, non confidando più in un matrimonio “importante”, diventa infermiera in un ospedale londinese. Eva si innamora di Gabriel Bellamy, un artista che conduce una vita da bohémien, ma perde la sua determinazione a diventare artista a sua volta. Infine, per curare la madre invalida, Clemency resta nella casa di famiglia.
Ed è a questo punto che la scrittura di Judith Lennox coglie la sincera profondità del cuore. Anche nei sogni di Marianne che vanno in frantumi, giorno dopo giorno: confinata in un avamposto dell’impero britannico con un marito crudele e pericoloso, tra parole che raccontano con dignità l’amore per il figlio e il ricordo struggente della madre e delle sorelle, lontane migliaia di chilometri, forza straordinaria per sopravvivere. Ma siamo in guerra e tutto viene travolto: Iris, Marianne, Eva e Clemency si troveranno nella condizione di ricominciare daccapo, di liberarsi dei vincoli che le tenevano legate al passato e di scoprire finalmente l’amore.
L’autrice tocca temi scottanti quali la disuguaglianza sociale, la disarmante capacità livellante della guerra, le rivoluzioni violente silenziosamente vissute. Un saper leggere con introspezione, di delicatezze inusuali, capace di mettere sul tavolo, e che trasforma l’irrequietezza in consapevolezza, l’acquiescenza in forza, il non conformismo in ragionevolezza e la paura in scelta. Quattro storie di vita, quattro traguardi da raggiungere, finalmente.