In una cittadina del Minnesota, la casa azzurro pallido viene avvolta presto dal sopraggiungere dell’inverno: un tragico, freddo inverno per Kate, una bambina di sei anni, la cui vita coincide con l’immagine felice di Arnold e Claire, i suoi genitori. Un’affascinante e insolito romanzo sull’amore che contempla l’ossessione ed il potere delle donne, in “Al centro dell’inverno” di Hornbacher Marya, Corbaccio, 2006, pp. 362,euro 17,60.
Kate racconta, e lo fa per tinte forti: i suoi occhi di bimba non comprendono tutti i meccanismi della vita, ma coglie piuttosto ingenuamente tutte le bugie, i comportamenti, le parole mai pronunciate, e tutto quello a cui lei stessa vuol credere. Un padre e una madre conosciuti attraverso uno specchio dorato, che è legato a quello che la stessa Claire racconta, magari inventando un po’. O a quello che Esau, il fratello dodicenne, affetto da gravi disturbi psichici, rivela di tanto in tanto. Ma arriva sempre il momento in cui è necessario chiedersi come stanno veramente le cose.
La verità è ben nascosta: difficile capire di chi è la colpa e sotto quale masso si è nascosta la felicità. Narrato alternativamente dai protagonisti, Claire, Esau e Kate, questo romanzo appassionato è uno straordinario ritratto di una famiglia che si confronta con la tragedia. Marya Hornbacher crea dei personaggi intensamente umani e commoventi: la sua performance narrativa è eccellente, in particolare modo nel combinato uso dei dialoghi e delle introspezioni. Un addentrarsi perfettamente negli stati d’animo degli adulti come dei bambini, riuscendo a trovare infine una consolazione dolce amara gli uni negli altri.