Protagonistidello spettacolo, nei ruoli dei due personaggi del titolo, Luca Lazzareschi eGaia Aprea, accompagnati negli altri ruoli della tragedia da Paolo Cresta, Stefano Ferraro, Serena Marziale,Giacinto Palmarini, Alfonso Postiglione, Federica Sandrini, Gabriele Saurio,Paolo Serra, Enzo Turrin, con la partecipazione in video di Eros Pagni.Le scene sono di MaurizioBalò, i costumi di Zaira de Vincentiis, il disegno luci di Gigi Saccomandi, lemusiche originali di Ran Bagno, il suono di Hubert Westkemper, le coreografiedi Alessandra Panzavolta.Presentatocon successo al Napoli Teatro Festival Italia dello scorso giugno, Antonio e Cleopatra del regista Luca DeFusco continua e approfondisce la linea del predente Antigone di Valeria Parrella, con una messa in scena essenziale,asciutta, dove l’incrocio tra teatro, cinema e musica gioca ad esaltare lapotenza della parola.«Con questo spettacolo – dichiara Luca De Fusco – proseguoun lavoro già avviato con Vestire gliignudi nel 2010 e con Antigone nel2012 che persegue un intenso uso della commistione teatro/video e che punta adun radicale rifiuto del naturalismo. Credo che il teatro non sia piùcompetitivo con il cinema e la tv nel realismo mimetico. E che quindi non abbiapiù senso condurre regie basate su porte che si aprono e si chiudono, attoriche si muovono sulla scena come nellavita, o, nel caso in questione, addirittura di navi che compaiono in scena comein un kolossal. Credo che attraverso l’uso combinato di immagine video e grandepresenza della musica (anche quest’anno dovuta al talento originale di RanBagno) si possa realizzare un teatro molto moderno che in realtà si richiamaalle origini del teatro, in cui gli attori non si muovevano naturalisticamente,ma “dicevano” il testo, accompagnati dalla musica. Dopo aver realizzato questo stile già in Antigone ho voluto intraprendere lasfida di tentare di mettere in scena in questo modo un copione ritenuto ailimiti dell’irrappresentabile come Antonioe Cleopatra. D’altra parte tentare di mettere in scena questo capolavoro assoluto,metafora del rapporto tra Oriente e Occidente, del contrasto tra vita privata epubblica, senza mostrare né navi, né regge ma solo basandosi sulla parolashakespeariana, mai come in questo caso grande ed iperbolica e quindi nonbisognosa di nessun altro segno esteriore, vuol dire in fondo tornare aShakespeare che immaginava realizzazioni sceniche sobrie e suggestive per leproprie opere. Questa grande scommessa, che, a giudicare dalle reazioni dipubblico e critica alle due rappresentazioni estive al Napoli Teatro Festival,sembra vinta, è stata possibile solo grazie al grande talento, alla grandedisciplina, alla formidabile concentrazione dei miei attori, che ringraziotutti. Credo che sia coloro che ameranno il nostro particolare stile sia coloroche dissentiranno dovranno comunque riconoscerci il merito di aver ridato vita ad un testopoco rappresentato e che contiene invece alcune pagine, e alcuni personaggi,tra i più complessi, contraddittori, affascinanti, della storia del teatro». TEATRO ELISEO via Nazionale, 183 00184 Roma T.(centralino) 06 488 721 T.(botteghino) 06 4882114 | 06 48872222
Orari recite: martedì, giovedì, venerdì ore 20.45mercoledì, domenica ore 17.00sabato ore 16.30 e 20.45