Prima allievo e docente di regia dell’accademia d’arte drammatica di roma, quindi infaticabile regista – primo nel 1958 a mettere in scena in Italia Finale di partita di Beckett –, lo scrittore agrigentino presenta al Teatro Valle, con lo stabile di catania, Il Birraio di Preston (8 – 25 aprile 2010), rifacimento teatrale di uno dei suoi più fortunati romanzi, riadattato per l’occasione dallo stesso autore – qui drammaturgo di se stesso – con il regista Giuseppe Dipasquale, direttore dello Stabile Etneo. Questa nuova edizione dello storico allestimento di dieci anni fa, nella quale un abile lavoro di intarsio conserva la scomposizione temporale originaria del romanzo, si presenta rinnovata anche nel cast, nella musica e nelle scenografie, in cui il magmatico pastiche linguistico dell’autore siciliano, straripante di visioni tragicomiche e affabulatorie, rivive in questa emblematica cronaca postunitaria, feroce divertissement sulla tirannia del potere e sulla storia del nostro paese. Un affondo significativo nel caustico e irriverente mondo del creatore di montalbano sarà poi offerto dalla Camilleriana (14 aprile – ore 20,45), un’intera serata in compagnia dell’opera letteraria e teatrale dello scrittore siciliano, in cui le sue pagine più emblematiche – da un filo di fumo a la stagione della caccia, dalla concessione del telefono alle inchieste del commissario collura – saranno lette dagli attori della compagnia dello stabile di catania, in scena con Il birraio di Preston. Infine, a chiudere questo denso calendario in omaggio allo scrittore sarà Camilleri > Savatteri (19 aprile – ore 18,30), serata a ingresso libero che vede Andrea Camilleri scegliere un autore di racalmuto a lui affine per eredità e temperamento, Gaetano Savatteri, per dare vita a una serrata e divertita conversazione sul mondo camilleriano e sul topos della sicilianità, intesa anche nella sua forte valenza teatrale. Su un altro versante, il Teatro Stabile di Catania – fucina della tradizione con il recupero del repertorio del teatro siciliano fino alle storiche messinscene pirandelliane con Turi Ferro, Salvo Randone e Tuccio Musumeci propone l’allestimento di Come spiegare la storia del comunismo ai malati di mente (27 aprile – 9 maggio 2010), del drammaturgo romeno Matei Visniec, esule in Francia dopo la fuga dal regime di Ceausescu. La tragicomica pièce di si rivela una potente allegoria della follia insita in ogni forma di totalitarismo, in cui il già labile confine tra normalità e malattia produce un ulteriore paradossale apologo sulle derive del potere, che ricongiunge la vocazione classica dello stabile alla spinta verso la sperimentazione e la ricerca di nuovi autori e nuove drammaturgie.