Su di un palcoscenico delimitato da corde, tra vecchi fogli di giornale e poche suppellettili si muovono i tre attori. In questo ambiente scarno, aleggia una figura che è costantemente chiamata in causa: il padre imprenditore, scomparso un anno prima a causa di una malattia. Gianni, interpretato da un bravo Andrea Zanacchi, è il figlio più piccolo, che dopo il lutto, abbandona la casa per andare a vivere sotto un ponte, vicino a un torrente, inquinato dalle scorie prodotte dalla fabbrica di famiglia. Questa svolta radicale lo porta a scontrarsi con il fratello maggiore Carlo, portato in scena da un convincente Luca Milesi, che, invece, in nome dei tanti sacrifici fatti dai genitori, decide di portare avanti e far progredire l’azienda ereditata. Due scelte di vita agli antipodi, che sottendono da un lato, la voglia di rivendicare la vita semplice del capofamiglia perduta in nome del progresso, dall’altra la volontà di accondiscendere e seguire le orme paterne per non vanificare il lavoro di un’intera vita. È la ricerca della semplicità di Gianni (che ricorda le ultime parole pronunciate dal padre prima di morire: “Maledetti soldi! Maledetta fabbrica!”) contro il desiderio di migliorare di Carlo che si addossa il peso di una responsabilità enorme. In mezzo ai due, la madre, un’emozionante Luisella Matte, che ha deciso di seguire il minore dei figli e che si scopre aver vissuto sempre all’ombra del marito. Soltanto verso la fine emerge la sua figura grazie ad un toccante monologo, un appello al mondo femminile e alla presa di coscienza che per una moglie e madre non può esistere la libertà. La sua abnegazione nel tentare di tenere uniti i figli è incessante e non trova fine neppure nell’epilogo straziante della storia.
L’individualismo è il tema centrale del testo di Lunari, artista eclettico, allievo di Strehler, autore televisivo e di saggi teatrali su Molière, Goldoni e Brecht. Ha scritto testi tradotti e rappresentati a livello internazionale dalla Russia agli Stati Uniti fino in Australia e Giappone come “Tre sull’altalena”, “Il senatore Fox” e “Nel nome del padre”.