Il racconto è un viaggio nella doppiezza, nella schizofrenia di un uomo niente affatto particolare; l’iter di un attore frustrato  – dal non essere mai riuscito a realizzare le proprie ambizioni – a tal punto da smarrire identità e ragione. L’infinita amarezza e crudeltà del destino del protagonista, che amava Shakespeare,  è annegata nell’ironia e nella comicità che fanno di questo personaggio l’archetipo dei “non eroi”. Il testo di Anna Mazzamauro nasce proprio nel 2009 – anno del bicentenario della nascita di Gogol’ –  per celebrare il grande scrittore e drammaturgo russo e soprattutto il suo legame con Roma e l’Italia. Il 25 marzo del 1837 infatti Gogol’ arriva a Roma e il grande scrittore russo s’innamora della città eterna e come lui stesso dichiara trova “la patria della sua anima”, il luogo dove “la sua anima viveva prima ancora che [venisse] alla luce”.  A Roma – dove respirando l’aria che “faceva venire voglia di trasformarsi in un gigantesco naso, con narici grosse come secchi” per “farci entrare almeno 700 angeli” – Gogol’ è veramente felice come scrittore e come uomo. Ama Roma e il popolo italiano, dotato di grandissimo senso estetico, ammira la natura dell’Italia e la sua arte. Per Gogol’ il teatro era un’arte sublime, di grande rilievo sociale., un’arte della quale Anna Mazzamauro è oggi Maestra e che mette a completa disposizione del pubblico che da sempre la ama in questo suo testo  “Diario di un pazzo (che amava Shakespeare)”, ospirato proprio al “Diario di un pazzo” di Nikolaj Gogol. Dal 9 marzo sarà in libreria il libro dal titolo “Adattiamoci” di Anna Mazzamauro, edito da Graus Editore. Perchè i buoni attori sono capaci di adattarsi ai personaggi che interpretano, ma solo pochi riescono ad adattare i personaggi alla propria vita.  Roma.Teatro Ghione
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