Un’anziana signora arriva nello studio di un famoso professore di storia e gli dice: “Ho letto i suoi volumi di storia contemporanea e le posso assicurare che il caso Dreyfus non è assolutamente andato così”. Lo storico, tra il divertito e l’attonito, le chiede cosa ne possa sapere lei. La donna gli risponde: “Io ero lì. E se proprio vuole che glielo dica nemmeno le trincee della prima guerra mondiale erano posizionate come lei racconta. Io lo so perché ero presente, io sono la tartaruga di Darwin…” Questo è l’inizio del testo di uno dei più interessanti drammaturghi spagnoli contemporanei, Juan Mayorga, classe 1965. L’autore immagina e racconta la storia di un’anziana e spiritosa signora, Harriet, che di fatto è una tartaruga che sottoposta a stimoli straordinari, si è evoluta in donna, ha quasi duecento anni e ha attraversato e vissuto i fatti più importanti e tragici della moderna storia europea: la prima guerra mondiale, il nazismo, il comunismo. Lei sarà disposta a raccontare la veritiera versione dei fatti alla storia, a sottoporsi agli esperimenti della scienza, in cambio di nuovi documenti e di un biglietto per le isole Galapagos, da dove è partita nel lontano 1836. Nessuno si farà scrupoli nello sfruttare la tartaruga con qualunque mezzo, procurandole nuove sofferenze ed umiliazioni pur di raggiungere i propri fini in nome della civiltà e del progresso. Ma Harriet in un finale che si tinge di giallo saprà prendersi la sua rivincita. E’ stanca degli esseri umani, animali stupidi e dannosi e vuole tornare ad ogni costo alle sue isole per terminare lì la propria vita. Roma. Teatro VittoriaFino al 28 febbraio