La commedia di Neil Simon, “Un giardino di aranci fatto in casa”, per la regia di Patrick Rossi Gastaldi e adattata da Mario Scaletta, racconta infatti con un linguaggio colorito e diretto il burrascoso incontro tra una figlia dimenticata per 18 anni e il padre, sorretto da un solidale entourage di amicizie e nuove affettività. Michael Hut (Gianfranco D’Angelo) è un famoso sceneggiatore di Hollywood in crisi, è divorziato da 18 anni ed ha una compagna, Hilary (Ivana Monti), che tenta inutilmente di spronarlo per farlo ritornare alla brillantezza di un tempo. Neanche il suo migliore amico Ted (Mario Scaletta), vicino di casa invadente e con evidenti problemi di identità sessuale, e forse segretamente innamorato di lui, riesce a smuoverlo dalla pigrizia creativa nella quale Michael si crogiola. Pur di non far niente… è disposto a tutto.  All’improvviso arriva nella sua vita come un uragano Jenny (Simona D’Angelo), sua figlia. La ragazza vuole fortissimamente due cose: fare l’attrice e soprattutto riconquistare il rapporto con il padre. Ma 18 anni sono tanti e la vita li ha cambiati entrambi. Jenny  mette Michael di fronte alle sue responsabilità di padre, pian piano si insinua nella sua vita con la naturalezza e l’entusiasmo di una ragazzina; gli ridipinge casa, gliela rimette in ordine e dopo i primi momenti di smarrimento e di fastidio per quello tsunami inaspettato, il padre comincia ad essere affascinato dalla gioiosa vitalità della figlia fino ad esserne del tutto conquistato. A poco a poco abbandona la sua pigrizia esistenziale e attraverso divertenti e infuocati scontri verbali con la figlia e con l’onnipresente amico Ted riaffiorano ricordi, episodi, responsabilità di un passato che fino ad allora aveva ostinatamente cercato di cancellare.  Michael ricomincia a scrivere e a vedere tutto sotto una nuova luce, compresi i rapporti indolenti che fino ad allora aveva avuto con la sua compagna Hilary e con il suo migliore amico. Michael ha ritrovato l’entusiasmo di vivere ma soprattutto sua figlia. Ma quando il padre comincia ad abituarsi a questa nuova vita e alla gioiosa presenza della figlia, la ragazza decide che è il momento di ritornare a casa dalla madre con la quale ha sempre vissuto e che l’ha sempre capita e guidata. Jenny riesce persino a far parlare i due genitori per telefono. Al momento della separazione tra padre e figlia, Jenny vedendo negli occhi del padre una profonda delusione, gli dice la famosa frase che ha sentito più volte dall’amico Ted “ Se mi vuoi fammi un fischio” .   Teatro Manzoni Via Montezebio, 14/c – Roma  Tel. 06.3223634 Dal 20 gennaio al 15 febbraio