Andrea Cosentino mette in scena al Teatro Arvalia di Roma (dal 5 al 7 dicembre), La tartaruga in bicicletta in discesa va veloce, testo presentato alla finale del Premio Scenario 1997-98. A trent’anni dalla promulgazione della Legge 180 e della sua opera meritoria(?) di chiusura delle strutture manicomiali, Andrea Cosentino, autore e attore della pièce, lancia uno sguardo sulle problematiche e le contraddizioni attanaglianti le strutture intermedie che rischiano “di far passare gli utenti psichiatrici dall’internamento all’abbandono”.Così, attraverso un racconto (pseudo)autobiografico, Andrea Cosentino riporta la sua esperienza nella casa-famiglia, dove ha prestato “servizio” per un anno come obiettore (tiene a precisare). Qui incontra Agostino, Marcello, Carlo e Roberto, “ognuno ugualmente bollato col marchio della diversità”, persone le cui storie sono “racchiuse in poche righe di prescrizioni giornaliere di sedativi e psicofarmaci”.Attraverso un racconto anomalo, caratterizzato da un intreccio senza fabula, metafora della “situazione di stallo delle strategie psichiatriche democratiche”, la condizione grottesca e tragica dei protagonisti lascia emergere “i conflitti il più crudelmente possibile”. La casa-famiglia diviene un luogo di confine da cui guardare la società dei cosidetti normali, società desiderosa ma al contempo incapace di integrare il “diverso”. “Il mio desiderio sarebbe però di non derubare Agostino, Carlo, Roberto e Marcello della loro esistenza concreta”. Continua Andrea Cosentino: “La mia ambizione sarebbe di rendere di ognuno di coloro che hanno ispirato i lazzi ed i bisticci di questo spettacolo, la singolare umanità.”