Come la versione originale, anche questa curata e diretta da Glauco Mauri si divide in due parti: la prima, La notte degli ulivi, immagina Gesù qualche ora prima del suo arresto, consapevole della morte imminente, colto dal dubbio sulla sua natura divina, preda di un’umanissima paura, mentre ripercorre il suo straordinario percorso.  Questa struggente testimonianza è prologo e antefatto de Il vangelo secondo Pilato, ossia l’indagine che quest’ultimo compie sulla scomparsa del corpo di Gesù e sul suo riapparire poco dopo vivo, per mettere a tacere le voci di una presunta resurrezione. Un’inchiesta che ha il ritmo e il sapore di una vicenda poliziesca, con colpi di scena drammatici venati da feroce ironia, destinata a non sciogliere i dubbi lasciando spazio all’insondabile.  Così, nella prima parte Glauco Mauri è in scena nel ruolo dell’Uomo che riferisce di Gesù e rivive la vita del figlio di Maria attraverso un racconto; nella seconda parte Roberto Sturno è Ponzio Pilato, il prefetto della Giudea che alla notizia della scoperta della tomba vuota si mette sulle tracce del Messia. Marco Blanchi è lo scrivano Sesto al quale Pilato detta le lettere sul resoconto delle sue indagini. Una vicenda nella quale ognuno può ritrovare un percorso sul quale ha riflettuto scegliendo una posizione, un’idea, forse un proprio Vangelo.