Il testo, scritto e portato in scena dallo stesso autore nel 1980, con il tempo e le diverse edizioni, ha acquisito uno spessore stilistico che gli conferisce il valore di un piccolo classico del teatro contemporaneo.
Nel metterlo in scena il regista evoca una sorta di cerimoniale, scandito dall’attesa ossessiva dell’amore. L’opera viene cadenzata da brani di successo degli anni ’60 e ’70, trasmessi da radio “Cuore libero”. La piéce, ambientata nel quartiere dei travestiti della periferia di Napoli, racconta, con ritmo incalzante e grande “suspence”, il mondo dei travestiti. Ruccello narra il dramma della solitudine, raccontando le storie di vita di Jennifer (Leandro Amato) ed Anna (Fabio Pasquini), due travestiti di matrice genettiana.  La vicenda è avvolta in una atmosfera da thrilling e da giallo psicologico, dove i protagonisti cercano una loro dimensione di povere anime perdute e confinate in un ghetto metaforico, nel quale pudore e dignità  – nella loro accezione “borghese” – non esistono; dove per elemosinare un po’ di affetto si è disposti a tutto.  L’opera contiene una squarciante sensazione poetica di squallore e frustrazione, nel cui contenuto il tragico si fa grottesco. Si portano sul palcoscenico i pensieri di Jennifer, pensieri ossessivi e maniacali e intanto Jennifer recita il suo ultimo delirio d’amore per Franco, il maschio che probabilmente non esiste. La  storia assume quindi i contorni di un lucido delirio, in cui la solitudine può trasformarsi, degradandosi, nello svilimento dei miti e dei modelli, con la deflagrazione dei linguaggi della comunicazione, che porta ad una lacerante ed intensa recita, nel vano tentativo di ritrovare una propria identità.
Roma.Teatro Argot
Dal 29 Ottobre al 16 Novembre 2008
Mercoledì 29 Anteprima – Giovedì 30 Prima, Ore 21 Informazioni: www.argot.it