Di scena dall’11 al 24 febbraio al Teatro Valle di Roma Inventato di sana pianta, ovvero gli affari del Barone Laborde di Hermann Broch. Una commedia brillante e raffinata dagli accenti ambigui e dai movimenti marionettistici, portata per la prima volta sulle scene italiane dal Piccolo Teatro di Milano. Ne cura la regia Luca Ronconi, incuriosito dalla ricerca della parola teatrale che muove la scena. Il romanziere austriaco, di origine ebraica, scrive questo testo per la scena (nella traduzione del germanista Roberto Rizzo) nel 1934, ricorrendo a precisi meccanismi da vaudeville nell’intento di collocare matematicamente il gioco frenetico della finanza accanto alla vacuità di certi rapporti equivoci di seduzione: l’abilità nel raccontare bugie nonché la sua capacità di restituirle appetibili e disinvolte rendono capace il protagonista di mettere alla berlina i molteplici aspetti del vuoto economico e morale della società nella Vienna anni ’30; città che non seppe ironizzare sulla commedia, appena scritta, riservandole invece un tale clamore da impedirne l’andata in scena. Oggi, che quei temi ed i relativi confronti suonano invece come una riconoscibile contemporaneità, Luca Ronconi definisce il testo come un esempio di «giornalismo teatralizzato – ed aggiunge – se fosse stato scritto oggi avremmo potuto così etichettarlo – specifica il regista che spiega – per fortuna invece Broch ha anticipato, e con un linguaggio raffinatissimo, una crisi dei valori che oggi non fa nemmeno più scandalo». A fare notizia invece continua ad essere il brioso protagonista, il Barone del titolo interpretato da Massimo Popolizio, che sembra avere in mano le sorti della politica e soprattutto della finanza proprio quando non smette di sfidarle entrambe senza alcun timore; navigando abilmente tra le bugie ed inventando sottili giochi cinici, il personaggio costruisce intorno a sé tutta una società irriverente ma a suo modo divertentissima. Nutrita di gag spassose e di un cinismo disincantato, la commedia, che anche visivamente si dispone su due piani d’azione, è ambientata nel salone di un grande albergo al cui piano superiore si scorgono, scoperti di volta in volta da pannelli scorrevoli a vista, gli interni di tre camere da letto. E mentre l’ambiente post déco (Premio UBU 2007 migliore scenografia “raffinatissima per riflessi coloristici e architetture” firmata da Marco Rossi) si illumina dei colori e di una leggerezza cinematografica alla Lubitsch, supportata anche dalla scelta di costumi (di Jacques Reynaud) che diventano subito splendidi abiti da collezione, l’interpretazione straordinaria dei primi-attori completa il monito ad una società pericolosamente in bilico tra l’ambiguità e la menzogna. Dal banchiere raggirato cui dà voce Massimo De Francovich a Giovanni Crippa e Giacinto Palmarini, specchio di quel mondo decadente, dal tocco glamour e seducente di Anna Bonaiuto all’altera figlia, Pia Lanciotti, la compagnia restituisce il quadro una società che danza tra seduzione e corruzione, riflettendo con leggerezza i proprio splendori nel baratro. Lo spettacolo dopo Roma proseguirà la sua tournèe a: Napoli,Teatro Mercadante 27 febbraio/9 marzo 2008
Salerno, Teatro Verdi 13/16 marzo 2008
Ferrara, Teatro Comunale 27/30 marzo 2008
Prato, Teatro Metastasio 2/6 aprile 2008
Bologna, Arena del Sole 9/13 aprile 2008
Cesena, Teatro Bonci 16/19 aprile 2008
Trieste, Teatro Rossetti 23/27 aprile 2008
Bergamo, Teatro Donizetti 9/18 maggio 2008