Dopo il Premio della Giuria al Festival di Cannes e ben 13 nomination ai Cesar, Polisse arriva nelle sale italiane. La pellicola, scritta e diretta dalla giovane regista di origine maghrebina Maiwenn, racconta la “routine” degli agenti di polizia della Sezione Protezione Minori di Parigi che ogni giorno indagano su casi di pedofilia, incesti e maltrattamenti: abusi avvenuti all’interno della famiglia e spesso in modo non violento.Ma Polisse non è un semplice poliziesco. Le storie trattate sono fatti reali raccontati dagli agenti alla regista o ai quali ha assistito personalmete durante il suo “intership” all’interno della Polizia. Protagonisti i bambini, la cui innocenza viene evocata dal titolo e dalla locandina del film: polisse ovvero police scritto con un errore grammaticale e la grafia infantile.  Il lavoro fatto sulla sceneggiatura, scritta assieme a Emmanuelle Bercot, rende il film realistico alternando così scene strazianti a scene divertenti perché come dice la regista: “l’umorismo è l’unica arma che gli agenti hanno a disposizione per sopportare tutte le miserie umane”. Agenti la cui vita professionale ha inesorabilmente dei riflessi sulla loro vita privata: “Mi ricordo per esempio un poliziotto che, da quando ha cominciato a lavorare nella Sezione, non è più riuscito a fare il solletico alla figlia”. Prosegue la regista: “Ogni gesto comincia ad essere pesato e soppesato. E’ quello che si vede nel film quando Joeystarr fa il bagno alla figlia”.Polisse è un film girato con macchine da prese digitali. Maiwenn ha voluto che gli operatori vivessero le situazioni lontano da lei ma insieme agli attori, seguendoli in modo discreto, pronti a catturare il momento di verità, scelta che caratterizza la cifra registica di questo nuovo talento francese.