“Un film che ha poco di realistico”. Così il regista finlandese Aki Kaurismaki definisce il suo Miracolo a Le Havre, una favola metropolitana che affronta con leggerezza e distacco i temi attuali dell’immigrazione, della crisi economica, politica e soprattutto morale.”Questioni irrisolte, continua il regista, affrontate con un film. E che film. Un gioiello, a parer nostro, che attraverso personaggi surreali ci racconta una storia di speranza e di rinascita. Così Marcel Marx (André Wilms) ex scrittore, adesso dignitoso lustrascarpe, sposato ad Arletty, incontra il piccolo Arissa ( Blondin Miguel), un giovane profugo africano in fuga da un inedito commissario (Jean-Pierre Darroussin). Nel frattempo Arletty si ammala senza speranza di guarigione. Ancora una volta Marcel deve affrontare il muro di indifferenza umana che ostacola la realizzazione del Bene. Armato del suo innato ottimismo e della solidarietà di panettiere, fruttivendoli e lustrascarpe irreali, si rimbocca le maniche e mostra i denti. L’epilogo è un messaggio di speranza a noi che nella bontà non ci crediamo più. Ma forse un giorno alzando gli occhi “vedremo” un ciliegio in fiore. Imperdibile!