Pupi Avati ha il pallino dei comici: dopo Diego Abatantuono, Antonio Albanese ed Ezio Greggio, nella rosa delle sue conversioni illustri al genere tragico entra nostro signore della risata, il campione di incassi natalizi Christian De Sica. Per lui, nel nuovo film del regista bolognese Il figlio più piccolo, attualmente al montaggio e nelle sale il prossimo febbraio, un ruolo “scomodo, che molti avrebbero rifiutato”, come lo definisce l’attore: quello di Luciano Baietti, imprenditore romano dalla dubbia morale, che dopo aver abbandonato la moglie e i due figli, torna a distanza di anni per coinvolgere il suo secondogenito, Baldo, in un losco giro d’affari.  “Con questo film – spiega Avati – concludo la mia trilogia sulla paternità, iniziata con La cena per farli conoscere, dove c’era un padre assente e continuata con Il papà di Giovanna, con un padre iperprotettivo. Qui c’è il padre più infame, che usa suo figlio, ma c’è anche un ritratto della famiglia di oggi, duro, ma credo attuale”. Luciano è costruito sul prototipo dei furbastri di quartiere, avidi e smargiassi. Sapendo qual è il suo ascendente sul figlio minore, cresciuto nel mito di un padre fantasma, non esita a implicarlo nelle sue trame. De Sica però è indulgente con il suo personaggio: “la cosa più bella è stata mostrare i momenti di fragilità, di pietas, nel mostro”. E della sua personale esperienza di padre dice: “La mia generazione si é inventata la frescaccia del padre amico, ma i figli ti vogliono padre vero, e io lo sono. Affettuoso ma anche severo quando serve, anche se ai miei figli non ho mai tirato uno schiaffo”. Avati, che ha già diretto De Sica 33 anni fa in Bordella, scommette sul suo exploit: “Da molto sapevo del suo desiderio di provare corde diverse e quando è venuto questo ruolo di uomo d’affari romano, piacione, un pò come certi ruoli di Sordi, chi c’era di più perfetto di lui?”. E aggiunge “É una nuova sfida. Se riusciremo, gli avremo dato la chance di far vedere che ha due ottavi in più sulla sua tastiera”. Il film, prodotto dal fratello del regista Antonio Avati, in collaborazione con Medusa, schiera il solito bel cast che garantisce ottime performance: Laura Morante è Fiamma, moglie ricca e ingenua di Luciano; Luca Zingaretti, alla sua prima prova con Avati, è l’equivoco commercialista Bollino. Mentre nel ruolo di Baldo, il figlio adorante di De Sica-Baietti, c’è l’esordiente Nicola Nocella, fresco di Centro Sperimentale di Cinematografia, che Pupi ha definito “una rivelazione”.