Si parte alle ore 18,45 in Sala rossa con l’omaggio a Kubrick nel decennale della morte del quale sarà proiettato in lingua originale sottotitolato in italiano “Il bacio dell’assassino”: pugile senza successo accorre in aiuto della vicina di casa, importunata dal proprietario del night-club in cui lavora. Per vendicarsi il losco lo accusa di un delitto da lui ordinato. Secondo lungometraggio di Kubrick, realizzato in 20 giorni con 75000 dollari. Suggestive ricerche fotografiche negli esterni delle strade. Torvo, allucinato. Finale frenetico in un deposito di manichini.Seguirà alle ore 20,45 sempre in lingua originale “Lolita”: dal romanzo (1955) di Vladimir Nabokov: intellettuale cinquantenne si fa mettere i sensi in fantasia da un’aizzosa quattordicenne e, per starle vicino, ne sposa la madre vedova. È una passione senza speranza, un gorgo nel quale sprofonda fino all’omicidio. Più che un dramma, questo film è un’inventiva e persino divertente commedia nera in cui si riconoscono diversi temi del successivo cinema kubrikiano. Recitazione ad alto livello con un Peter Sellers straordinario nel suo proteiforme istrionismo.Nella Sala azzurra alle ore 18,45 verrà proposto per la rassegna “Joystick”, “Final Fantasy” di Hironobu Sakaguchi e Motonori Sakakibara: nel 2065 la Terra, ormai landa desolata, è invasa da alieni invisibili e ostili. Mentre il generale Hein decide di combattere gli invasori con l’uso tradizionale della forza, l’anziano scienziato Sid e la sua assistente Aki Ross scoprono la vera natura degli aggressori: sono fantasmi di un’antica civiltà estinta, provenienti da un altro pianeta. Palingenesi finale.Alle ore 20,30 per la rassegna sullo sport è la volta di Clint Eastwood e del suo “Million Dollar Baby” con Hillary Swank e Morgan Freeman: Frankie Dunn, anziano gestore di una scalcinata palestra di pugilato, accetta a malincuore, convinto dall’amico Eddie – ex pugile nero – di allenare la cameriera trentenne Maggie Fitzgerald che vede nella boxe l’unica, e ultima, occasione di riscatto sociale. Talento naturale, sostenuta da un’indomabile volontà e dalla competenza di Frankie, vince un incontro dopo l’altro e si trova a contendere il titolo mondiale alla potente e scorretta Billie. Colpita a tradimento, cade, batte la testa contro lo sgabello del suo angolo e rimane paralizzata dalla testa in giù. Tenuta in vita artificialmente, chiede a Frankie di aiutarla a morire. Scritto da Paul Haggis, tratto da Rope Burns: Stories from the Corner (Lo sfidante) di F.X. Toole. Film tragicamente spietato sul dolore del mondo, sull’amore, l’amicizia, la dignità in un mondo di perdenti. Quattro Premi Oscar: film, regia, attrice, attore non protagonista.Nella Sala Cinema 3 omaggio a Truffaut con “Il ragazzo selvaggio” alle ore 18,30: la storia vera del medico e pedagogo provenzale Jean Itard (1774-1838) che all’inizio dell’Ottocento cercò di educare un dodicenne trovato allo stato brado nei boschi dell’Aveyron. Al ragazzo era stata diagnosticata un’idiozia congenita, inaccettabile per Itard che dimostrò come spesso le deficienze mentali non sono innate ma derivano dalla mancanza di socializzazione. Un film poetico che nasce dalla sensibilità e un grande amore per l’infanzia, non privo di ironia nell’uso in voce off dei diari di Itard contrapposta a immagini che contraddicono palesemente il loro distacco emotivo. Bianco nero dell’eccellente Nestor Almendros che avrebbe lavorato con Truffaut in altri sette film.
Alle ore 20,45, per la rassegna sul cinema austriaco sarà proiettato “Femmine folli” di Erich von Stroheim: nel 1920 a Montecarlo un falso conte russo che vive con due false sorelle ed una cameriera, da lui sfruttate, seduce la moglie di un diplomatico americano, violenta la figlia minorata di un falsario che lo uccide e ne butta il cadavere in una fogna. Melodramma a forti tinte che, con irridente, irriverente e ribalda ironia il regista e protagonista spinge sino alla caricatura.Si prosegue in Sala Flaiano 4, per la rassegna sui comici senza parole,  alle ore 18,45 con “The General – Come vinsi la guerra” di e con Buster Keaton. Ottavo lungometraggio di Keaton, l’ultimo  che firmò come regista, probabilmente il più visto, uno dei suoi più compatti per l’armonia della costruzione e del ritmo, lo splendore degli spazi aperti, la ricchezza delle invenzioni, la cura maniacale della ricostruzione ambientale. Caso raro di un film comico che è anche un trascinante racconto d’azione e d’avventura. Alle ore 20,45 prosegue la rassegna “A ciascuno il suo (cinema): i grandi registi rendono omaggio ai 60 anni di Cannes con un film collettivo, un sincero tributo al cinema. Tre minuti ciascuno per mettere in scena una sala cinematografica, con aneddoti che hanno segnato la loro vita privata e professionale, magari spingendoli a diventare registi. Alcuni di questi corti sono imperdibili. Piccole schegge che rievocano i grandi cineasti del passato, risvegliano malinconie sopite, divertono con gag esilaranti o rattristano con inutili glorificazioni narcisistiche. Tra gli autori coinvolti: Theo Angelopoulos, Manoel De Oliveira, Roman Polanski, Andrei Konchalovsky, Abbas Kiarostami, Nanni Moretti, Walter Salles, Wong Kar Wai.Alle ore 21,00 omaggio a Simenon nel ventennale della scomparsa con “L’orologiaio di Saint Paul” di Bertrand Tavernier con Philippe Noiret: nel quartiere di St. Paul a Lione un tranquillo orologiaio scopre di non sapere nulla del proprio figlio soltanto quando, ucciso un poliziotto, il giovane si dà alla fuga. Arrestato, è condannato a vent’anni, ma intanto un rapporto più intenso si è stabilito tra lui e il padre. Ottimo esordio nella regia di Tavernier, critico e giornalista: perfetta leggibilità, rigore di linguaggio, ottima direzione degli attori, ammirevole equilibrio tra psicologia dei personaggi e descrizione dell’ambiente. Infine nella Sala d’Annunzio ed il cinema i documentari di Stefano Falco alle ore 19,00 con “Pietro Di Donato, lo scrittore muratore”.