Correva l’anno 1966: i venti della contestazione e dello svecchiamento culturale avanzano. Nella swinging London dei Beatles e delle prime minigonne, la BBC, organo ufficiale del conservatorismo, si ostina a negare la rivoluzione musicale in atto e trasmette solo due ore settimanali del pop-rock che furoreggia tra i giovani. Ma ventiquattro milioni di ascoltatori assetati di nuovi riff e di voci taglienti hanno la loro isola felice: una piccola radio pirata che trasmette dal sottocoperta di un peschereccio ancorato al largo delle coste britanniche. Da questo remoto avamposto della cultura libertaria parte un’ondata di entusiasmo per i nuovi big della scena musicale: dai Fab Four agli Stones, da Jimi Hendrix agli Who, i ragazzacci di allora si fanno strada tra i pentagrammi ingessati dei decenni precedenti e, dal Mare del Nord, dilagano in città.La storia di questa singolare epopea è la trama di I Love Radio Rock (dal 12 giugno al cinema), estrosa commedia a sfondo musicale diretta da Richard Curtis, già regista di Love Actually e sceneggiatore di Quattro matrimoni e un funerale e Notting Hill. Con piglio brillante e humour inglese a profusione, Curtis racconta la crescita esistenziale e sentimentale del giovane Carl (Tom Sturridge), spedito da una mamma eccentrica (Emma Thompson) a bordo della stazione galleggiante di Radio Rock. Catapultato nel magico mondo di una ciurma di scatenati dj, capeggiati da Conte (Philip Seymour Hoffman), Carl scopre la vita in tutte le sue accezioni: amicizia, solidarietà, amore, arte, libertà. Attorno a lui, il presente cambia e diventa futuro. L’umanità è a una svolta e i nuovi ritmi musicali scandiscono il cambiamento. Grazie a un cast eccellente (oltre alla Thompson e a Seymour Hoffman, nel film compaiono Rhys Ifans, Bill Nighy e Kenneth Branagh, nei panni di un severo primo ministro) e ad una soundtrack travolgente, I Love Radio Rock si candida, nel suo piccolo, all’ingresso nella rosa delle music stories indimenticabili, che già annovera titoli come Talk Radio e Good Morning Vietnam.