Tra i titoli di testa di questa 62esima edizione del Festival del Cinema di Cannes, presieduta da Isabelle Huppert, spicca l’imbeccata di Asia Argento. L’attrice, quest’anno sulla Croisette nella veste inedita di giurata, commentando la sua convocazione non ha lesinato critiche alle “ingessature” del cinema italiano: “mi dispiace che la Francia prima di Venezia mi abbia dato questa grande opportunità. I francesi si ricordano di me molto più degli italiani. Questo è sicuro!” Ed ha aggiunto, riferendosi all’Italia: “è un paese in cui si vive bene, si mangia bene, anche se poi ha le sue contraddizioni”. L’attrice, personaggio controverso e discusso tanto nei suoi atteggiamenti pubblici (la lunga polemica mediatica con il padre Dario; il nudo patinato in gravidanza; il look da dark lady) quanto nelle sue scelte artistiche (fece scalpore, due anni fa, la scena di Go Go Tales di Abel Ferrara in cui l’attrice baciava un cane) non risponde certo all’immagine di diva prevedibile e rassicurante, tanto cara agli stereotipi nostrani. Quindi, sfrutta il bagno di visibilità del Festival per riscattarsi e per promuovere il suo nuovo film: Il fucile da caccia, pellicola corale tratta da un romanzo di Inoue Yasushi del 1949, di cui è interprete e regista. A chi sostiene che questo Cannes 2009 sia all’insegna dello scandalo, l’attrice replica minimizzando: “ogni anno si dice così, ma non è vero”. Tra le pellicole più discusse, delle 20 in gara, Antichrist di Lars Von Trier, racconto di un mondo immaginario creato da Satana; Il nastro bianco, di Michael Haneke, dramma esistenziale ambientato in una desolata campagna tedesca del primo ‘900; l’atteso film di Terry Gilliam Parnassus – l’uomo che voleva ingannare il diavolo, ultima fatica – interrotta – del compianto Heath Ledger; e, non da ultimo, l’italiano Vincere, in cui Bellocchio ripercorre la storia del Duce con gli occhi della moglie rinnegata, Ida Dalser. “Lo guarderò con la dovuta attenzione – ha dichiarato Asia – anche perché ho sempre amato moltissimo Bellocchio e il suo cinema, soprattutto film come ‘I pugni in tasca’ e ‘Il principe di Homburg’”.