Sean Penn firma la regia, la sceneggiatura e la produzione di Into the Wild – Nelle terre selvagge. Il film, la cui definizione di road movie sarebbe riduttiva, è tratto dal best seller Nelle terre estreme di Jon Krakauer. Pubblicato per la prima volta nel 1998, il libro di Krakauer ripercorre le tappe dell’affascinante viaggio del ventiquatrenne Christopher McCandless. Ma chi era Christopher McCandless? Un ragazzo americano di ventidue anni che scelse di abbandonare la vita agiata per affrontare un viaggio alla ricerca della sua reale identità. La ricerca della felicità e della verità portarono Cristopher dai campi di grano del South Dakota a percorrere il fiume Colorado in kayak; dalla comune hippy di Slab City (California) fino alle terre selvagge dell’Alaska in cui visse in completa solitudine per 113 giorni. Dall’Alaska, Cristopher non fece più ritorno. Morì nell’agosto del 1992 all’età di ventiquattro anni. Dopo aver interpretato il personaggio di Jasse James Hollywood, il più giovane trafficante di droga ricercato dall’FBI, nell’acclamato Alpha Dog, Emile Hirsch si è cimentato nel rendere sullo schermo la ricerca della saggezza e il desiderio di felicità di Christopher McCandless. Hirsch che ha dovuto iniziare le riprese in uno stato di semi denutrizione, perdendo quasi venti chili, è arrivato a pesare meno di cinquatadue chili nelle scene finali. Affascinato dal personaggio di Cristopher e dalla sua ricerca di purificazione e non di morte, Hirsch si è calato completamente nel ruolo. Il film è costruito sull’intreccio tra flash-back che ripercorrono le tappe del viaggio, ed i mesi in cui Christopher visse in Alaska trovando rifugio in un bus abbandonato. Into the Wild non propone facili soluzioni e mette in discussione lo spettatore che si ritrova a riflettere su una vicenda reale che narra in primo luogo la ricerca dell’uomo nell’uomo. Sean Penn ha dovuto attendere dieci anni per acquistare i diritti del libro ed ottenere il permesso alla realizzazione del film dalla famiglia McCandless. Una frase, scritta alla fine della sceneggiatura, sintetizza il pensiero del regista sull’avventura di Christopher: Cris è morto da vivo. Avvalendosi del direttore della fotografia Eric Gaudier (I diari della motocicletta), Penn è riuscito a rendere la maestosità dei paesaggi americani suscitando un emozione viscerale e un’intesa spinta alla ricerca del bello in tutto ciò che ci circonda. Le musiche di Eddie Vedder, essenziali ed intime, sottolineano la natura esistenziale dei quesiti che Cristopher si deve essere posto per intraprendere una così grande avventura. Avventura consumatasi più che nelle terre selvagge nel labirintico animo umano.