È con il Concerto n. 5 per pianoforte e orchestra in Mi bemolle maggiore op. 73 composto da Beethoven nel 1809 che l’Orchestra Sinfonica diretta da Jan Latham Koenig insieme al pianista Ronald Brautigam, ha aperto il primo concerto di marzo all’Auditorium Conciliazione. Eseguito la prima volta a Lipsia  nel 1811, dal pianista Friedrich Schneider, il Concerto detto “Imperatore”, è l’ultimo dei cinque per pianoforte. Si tratta di una delle partiture predilette dagli amanti della musica per la pluralità dei temi, l’inventiva, la fusione di elementi lirici e brillanti. Tre i movimenti. Nel primo il pianoforte è protagonista con arpeggi, scale, ottave per continuare in una sorta di duello con l’orchestra. Lirismo nel secondo movimento con una lunga e dolcissima melodia. Rondò per il movimento conclusivo: non solo virtuosismo ma anche passaggi sognanti affidati al pianoforte. Con la Sinfonia n.3, eseguita nella seconda parte del concerto, Antonín Dvořák consacra la sua maturità artistica. Chiamata la Pastorale di Dvořák per la scelta dell’impianto e della tonalità non è un’imitazione della Sesta di Beethoven. Anzi. Il compositore boemo riesce a costruire, grazie alla sua genialità, un’opera estremamente originale. Partendo da un tema singhiozzante che cede il posto ad un ritmo di marcia, dopo una serie di rimandi, la composizione si conclude  in un’atmosfera di serenità che dimostra la coerenza compositiva dell’Autore.