‘It Won’t Be Soon Before Long’: questo il titolo dell’album che il prossimo 18 maggio farà capolino fra i negozi di dischi. Autori: Adam Levine, James Valentine, Jesse Carmichael, Mickey Madden, Matt Flynn. Meglio conosciuti come ‘Maroon 5’. Dopo ‘Songs About Jane’ del 2002 (che ha fatto registrare ben 8 milioni di copie vendute nel mondo), e dopo i due album live ‘1.22.03 Acoustic’ (2004) e ‘Live – Friday The 13th’ (2005), il gruppo statunitense (che ha sostituito quest’anno il vecchio batterista Ryan Dusick con Flynn) torna sulla scena mondiale con dodici nuovissimi brani. ‘Migliore novità’ nel 2005 e ‘Migliore performance pop per un duo o un gruppo’ per “This Love” nel 2006: dopo questi due importantissimi ‘Grammy Award’ la band può dirsi di certo più matura, grazie anche alla dichiarata ispirazione tratta dai lavori di icone degli anni Ottanta del calibro di Prince, Michael Jackson e dei ‘Talking Heads’. “Più sexy e più forte”, hanno definito il loro lavoro i cinque ragazzi, stabilendo quindi un paragone qualitativo decisamente favorevole al loro mercato. Certo l’idea che offrono è sempre quella di prodotti atti a far ballare, a far da corredo alle feste o alle serate in discoteca, dato anche – a detta loro – che si tratta di “un lavoro in cui il ritmo è più sostenuto anche se ci sono momenti molto melodici”. Il tutto quindi fedele all’idea che il gruppo si prefisse all’origine, cioè quella di “far ballare i giovani di New York”. “Makes Me Wonder” è il singolo che sta aprendo la strada agli altri undici brani del disco, e ascoltandolo si può comunque riconoscere un leggero cambiamento negli intenti, con una maggiore insistenza delle chitarre e un certo leggero eco di gruppi storici come i britannici ‘Bee Gees’ (nei falsetti delle voci e in alcuni passaggi di basso, batteria e chitarra insieme). Anche la struttura è classica, un po’ dance, ma il tutto rientra comunque nel loro stile, sempre votato al divertimento di cui sopra. “Il primo disco ha avuto un tale successo che siamo rimasti spaventati. Eravamo nervosi e volevamo più tempo possibile per poter realizzare quello che finalmente volevamo. Ci siamo impuntati sulla qualità del disco e quando ci sono cinque persone preoccupate per questo, è naturale che ci metti molto tempo!”. Così Adam Levine e soci hanno giustificato i cinque anni di distacco fra il primo album e quest’ultimo. Nuovi gusti e nuove idee ragionate e maturate, quindi: il 18 maggio avremo tutti modo di prestare le nostre orecchie al giudizio.