È Colette, rivoluzionaria e controversa scrittrice francese, emblema delle prime rivendicazioni femminili dello scorso secolo e simbolo travolgente di emancipazione, la musa ispiratrice di Giovanni Cavagna. Chiave di lettura della collezione, la poesia. Ed è l’attrice Anna Ferzetti che introduce la sfilata leggendo Questo amore, di Jacques Prevert, mentre in pedana sfilano due abiti-poesia, con i versi del brano letto ricamati e dipinti su cachemire. Anni di trasformazioni quelli Colette che lo stilista riprende per suggerire un’ulteriore rivoluzione estremamente glamour.Senza metafora Giovanni Lavagna ci presenta l’originalissimo abito profumato di ambra, tessuto con una fibra che emana la fragranza della pregiata resina. Ed ecco i capi in “non-pelliccia”, ottenuta da fettucce di cachemire ricamate come celle di un alveare. E maglie dipinte a mano con colori naturali, le cui fantasie rivivono come su tele di un artista. Contraddizioni e contrasti in abiti luminescenti e folgoranti di seta, viscosa, cachemire e mohair. Lampi di seta e paillettes.Top di tessuto infeltrito lavorato a mano.I colori, uminescenti e puri, spaziano dall’ametista al caramello accendendo i neri, i bronzi ed il cioccolato.I dettagli arricchiscono la collezione di pietre sfaccettate, quadrate, a baguette e tonde, illuminate da bagliori vitrei.E ancora collane di vetro interrotte da maxi boules di vetro soffiato, placche con effetto “occhio di tigre”ricamate su cachemire, cloches scolpite e tagliate con inserti di ricamo in jais. La donna di Giovanni Cavagna è sicuramente intellettual-chic!