La tavola di Pasqua non è solo un luogo di incontro.
È un set teatrale dove si ripete, ogni anno, una commedia sacro-gastronomica a ruoli fissi.

Ognuno interpreta sé stesso al massimo della potenza.
E tu, caro lettore, fai parte di questo cast.

Ecco i 5 archetipi principali che popolano il pranzo pasquale. Se non ti riconosci in nessuno… probabilmente sei un derivato nascosto del Cugino Fantasma.

🧑‍🍳 1. Il Regista del Forno

✔️ Arriva già stanco.
✔️ Ha cucinato tutto tranne il pane (che ha comunque scaldato a modo suo).
✔️ Non mangia davvero. “Assaggia”. “Controlla”. “Riscalda ancora un attimo”.

📌 Il suo regno è la cucina.
📌 La sua frase ricorrente è: “Lascia stare, ci penso io.”

In realtà vorrebbe solo che qualcuno lo ringraziasse senza essere costretto a piangere.

🍴 2. Il Mangiatore Silenzioso

✔️ Apparecchia poco. Parla meno. Mangia tutto.
✔️ È il primo a servirsi e l’ultimo ad alzarsi.
✔️ Riesce a evitare ogni conversazione spinosa… masticando.

📌 Nessuno lo critica perché lo si teme.
📌 Ha una saggezza antica e una digestione invidiabile.

🍷 3. Il Commentatore da Tavola

✔️ Non ha cucinato niente.
✔️ Ha opinioni su tutto: cottura dell’agnello, consistenza del vino, disposizione dei piatti, governo.

📌 È il più fastidioso.
📌 Ma serve, come la noce moscata: dosato, dà sapore. Troppo, uccide.

🙃 4. Il Minimalista della Festa

✔️ Si presenta con una pianta (già mezza sofferente).
✔️ Dice “mangio poco” ma poi fa il bis di dolce.
✔️ Veste casual. Molto casual. Forse troppo.

📌 Non crede nelle feste, ma adora esserci.
📌 Lo trovi sempre vicino alla finestra, a guardare fuori come se aspettasse un altro tempo.

🕶️ 5. Il Cugino Fantasma

✔️ Nessuno sa bene se viene o no.
✔️ Arriva (forse) a metà pasto, porta (forse) qualcosa, saluta (sempre) come se fosse di passaggio.

📌 È amato, odiato, invidiato.
📌 La sua leggerezza fa scuola.
È l’unico che riesce a uscire dalla festa con meno calorie e più fascino.

A ogni tavola si ripetono i ruoli, gli equilibri, le battute e i silenzi.
Ma ciò che li tiene insieme non è il menu. È la ritualità affettiva.

Anche se a volte sembra teatro dell’assurdo,
tu hai un posto in scena. E nessuno può farlo meglio di te.

Mangia con grazia, osserva con ironia,
e cerca di non diventare il Commentatore.
Quello basta già.